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Roma, omicidio a Casal de’ Pazzi: tre arresti, svolta nelle indagini

Roma, omicidio di Roman Stefan Mihai a Casal de' Pazzi: arrestati tre uomini gravemente indiziati dell’omicidio
Una immagine diffusa il 6 febbraio 2024 in merito alla svolta nell’omicidio di Roman Stefan Mihai, il cittadino romeno ucciso in strada a Casal de Pazzi a Roma a marzo 2023 (Fonte Ansa) – Roma.Cronacalive.it

Un anno dopo l’efferato delitto, i carabinieri assicurano alla giustizia tre uomini, gravemente indiziati dell’omicidio di Roman Stefan Mihai.

L’8 marzo 2023, Roman Stefan Mihai, un cittadino romeno, venne freddato a colpi di arma da fuoco in strada a Casal de’ Pazzi, Roma. Dopo quasi un anno dall’efferato delitto, i carabinieri della compagnia di Roma Montesacro sono arrivati ad una svolta fondamentale nelle indagini, assicurando alla giustizia tre uomini, gravemente indiziati dell’omicidio.

I carabinieri hanno quindi dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale procura della Repubblica, che disponeva la custodia cautelare in carcere per i tre, tutti gravemente indiziati, in concorso e a vario titolo, di omicidio aggravato. Inoltre, per due di loro, si sono configurati anche i reati di detenzione illegale di arma da fuoco e porto d’armi senza autorizzazione.

Le indagini sull’omicidio

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, la vittima è stata raggiunta in via F. Selmi da una moto di grossa cilindrata con a bordo due individui: uno di loro ha esploso due colpi di pistola, colpendo Mihai al torace e a un fianco e causandone la morte. Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Roma-Montesacro hanno permesso di identificare un uomo di 27 anni, con vari precedenti e appartenente a una famiglia di etnia rom insediata nell’area di Ponte Mammolo, ritenuto il presunto esecutore materiale dell’omicidio.

Grazie a intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati, servizi di osservazione e controllo, è stato possibile avvicinarsi agli indiziati. Inoltre, durante l’indagine è stato scoperto un locale nelle vicinanze di Roma, utilizzato come officina per modificare armi del tipo “soft air” in modo da renderle capaci di sparare proiettili reali.