Home » Influenza, ospedali sotto stress: +30% gli accessi al Pronto Soccorso

Influenza, ospedali sotto stress: +30% gli accessi al Pronto Soccorso

Ospedali sotto pressione per l'influenza
Pronto Soccorso (Immagine di repertorio) – CronacaLive ediz. Roma

Gli ospedali italiani sono sotto pressione a causa dell’influenza che ha fatto aumentare del 20-30% gli accessi al Pronto Soccorso.

Cresce l’emergenza negli ospedali italiani a causa dell’influenza che, negli ultimi giorni, ha fatto registrare un aumento del 20-30% di accessi al Pronto Soccorso. Un quadro che man mano si va aggravando secondo Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu), che ha riferito all’Ansa: “Inevitabilmente stanno aumentando anche i tempi di attesa per un letto. In questo momento, l’emergenza è legata soprattutto all’influenza ed altri virus, più che al Covid-19″. Sono sempre di più, infatti, le persone che rimangono bloccate nei Pronto Soccorso in attesa di essere ricoverate.

Una situazione descritta come “da incubo” anche dalla Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce). “Da diverse settimane – hanno spiegato gli specialisti – si assiste al fenomeno dell’aggravarsi del caos nei nostri sistemi di emergenza, con molte centinaia di pazienti in attesa di trasferimento in reparti di degenza ordinaria o di terapia intensiva, tempi che possono durare anche diversi giorni”. La causa sarebbe una “inadeguata” campagna vaccinale sull’influenza, quest’ultima ritenuta “fiacca ed insufficiente” e con dati di copertura “estremamente inferiori rispetto agli anni precedenti”.

Nonostante ciò, gli ultimi dati del ministero della Salute hanno indicato un aumento delle vaccinazioni influenzali. Sono state 9,6 milioni le dosi somministrate fino ad oggi con una copertura del 45% negli over65. In merito alla pressione registrata negli ospedali, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha precisato che i dati della sorveglianza dei casi gravi sono coerenti con il quadro epidemiologico complessivo. Facendo riferimento ai decessi per influenza, di cui gli ultimi in Veneto, l’Iss ha chiarito che “la situazione complessivamente rientra nell’alternarsi di intensità annuale delle stagioni di trasmissione dei virus respiratori” anche se, al momento, l’incidenza delle sindromi simil influenzali si trova nella fascia di intensità ‘Alta’ con una circolazione intensa.

Ormai siamo vicini al picco della stagione influenzale con una circolazione del virus che, nelle prossime settimane, diventerà più sostenuta. In ogni caso, il quadro odierno “non appare al di fuori dell’andamento che ci si attenderebbe in una stagione a intensità elevata come quella che stiamo registrando”, ha precisato Anna Teresa Palamara in qualità di direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss.

Le infezioni da virus A/H1N1

Ospedali sotto pressione per l'influenza
Virus influenzale H1N1 – CronacaLive ediz. Roma

I casi influenzali in circolazione sono, per la maggior parte, attribuibili  a infezioni da virus A/H1N1 pdm09. Si tratta del ceppo derivante da quello che ha portato alla pandemia influenzale del 2009/2010. Negli ultimi anni, si è diffuso normalmente tanto che è stato inserito nel vaccino antinfluenzale che l’Iss ha raccomandato di effettuare, soprattutto per le categorie a rischio.

In merito al quadro epidemiologico, il direttore della Prevenzione del ministero Francesco Vaia ha precisato come sia “sbagliato etichettare i recenti casi come ‘influenza suina’: virus simili a quello dell’influenza umana circolano in numerose specie animali, inclusi i maiali. Occasionalmente varianti di questi virus possono contagiare esseri umani, ed ogni anno vengono registrati un numero limitato di questi casi di ‘influenza suina’ che per lo più viene contratta per contatto con maiali e che difficilmente si diffonde da uomo a uomo”. I recenti casi in Veneto, tuttavia, “non sono causati da questi virus varianti ma dal virus influenzale H1N1”, ha precisato Vaia.

Nel corso degli anni, come tutti i virus influenzali, H1N1 ha subito dei cambiamenti. Infatti Gianni Rezza, professore di Igiene all’università San Raffaele di Milano, ha chiarito che “può dare, in rari casi, polmonite interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli anziani, può assumere frequentemente un certo livello di pericolosità“. Per questo, specialmente in riferimento alle persone fragili, “sarebbe saggio vaccinarsi adesso per proteggersi in questa coda della stagione”. È l’ultima chiamata: ormai “siamo in Zona Cesarini“.