Gucci abbandona Roma: timore di licenziamenti per i dipendenti
La decisione di trasferire l’ufficio di stile da Roma a Milano solleva preoccupazione per i dipendenti e sul futuro dell’indotto.
La celebre casa di moda Gucci ha annunciato il trasferimento da Roma a Milano del suo ufficio di stile, vero e proprio cuore creativo dell’azienda, dove lavorano designer e sartoria.
L’azienda, di proprietà della francese Kering, ha stabilito che entro il 1° marzo 2024 le sedi del centro storico della Capitale, a palazzo Mancini e in via del Banco di Santo Spirito, dovranno essere svuotate e che 153 dipendenti su 219 dovranno seguire l’azienda, trasferendosi nel capoluogo lombardo.
Lo spettro dei licenziamenti
Come spiega una delle lavoratrici a RomaToday “purtroppo però, tramite accordi individuali e non sindacali, non sono state offerte a tutti le condizioni per permettere un trasferimento quindi molti di noi perderanno il posto di lavoro. In più quei 66 dipendenti che rimangono a Roma non conoscono il proprio destino visto che le sedi verranno chiuse”.
Nell’ambito di un’interrogazione parlamentare, Nicola Fratoianni e Francesco Mari di Alleanza Verdi e Sinistra hanno criticato la situazione, affermando che “la decisione assunta da Gucci e dall’azienda proprietaria del marchio, la francese Kering, appare come un licenziamento collettivo mascherato” e chiedendo un intervento immediato da parte del ministro delle imprese e del made in Italy e di quello del lavoro “per comprendere quali siano le reali intenzioni della Kering e di Gucci e per tutelare i lavoratori e le lavoratrici coinvolti dal trasferimento di sede”.
La preoccupazione poi si estende anche all’indotto, con circa 100 lavoratori delle aziende in appalto legate all’ufficio di stile di Gucci, compresi addetti alle pulizie, gestione amministrativa, magazzinieri e facchini, che potrebbero essere a rischio.
Le proteste dei lavoratori
Dopo lo sciopero del 17 novembre scorso, i lavoratori di Gucci sono attualmente in stato di agitazione e pianificano proteste sotto la sede dell’azienda. “Non pensiamo che ormai sia possibile fermare la macchina del trasferimento ma chiediamo che chi non è in condizione di trasferirsi altrove venga ricollocato e non come accade oggi forzato ad andare via”, hanno affermato. “Kering ha altri marchi che potrebbero accogliere i dipendenti romani”, come la Maison Brioni, che tuttavia, sul finire dell’anno scorso, ha dato il via a una serie di licenziamenti.
“Non vorremmo che Kering – proseguono i lavoratori – voglia contrarre le proprie risorse iniziando da Roma con una emorragia occupazionale che potrebbe avere ripercussioni future sul comparto Gucci che ha sedi anche a Milano, a Novara e in Toscana”.
La nota dell’azienda
L’azienda si è espressa sulla situazione attraverso una nota ufficiale, spiegando che: “In riferimento alle proteste legate al trasferimento della Direzione Creativa da Roma a Milano, la Società fa sapere che tale trasferimento è stato preannunciato alle organizzazioni sindacali agli inizi di ottobre, non prevede alcuna riduzione di personale e verrà attuato nel pieno rispetto delle normative vigenti. A tal riguardo la Società, al fine agevolare quanto più possibile il trasferimento di tutti i dipendenti coinvolti, ha previsto una serie di misure sia economiche che di fattivo supporto, particolarmente di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. Con il trasferimento a Milano, il Direttore Creativo e i team coinvolti avranno l’opportunità di lavorare a stretto contatto con le funzioni strategiche del brand, già basate nel capoluogo lombardo, massimizzando così le necessarie interazioni e sinergie”.