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Calcolo della pensione: cosa aspettarsi dopo 30 anni di contributi

Per coloro che stanno per concludere il loro percorso lavorativo, una delle domande più frequenti è: qual sarà l’importo della mia pensione? Questa domanda, seppur legittima, non ha una risposta immediata, in quanto l’importo pensionistico dipende da una serie di variabili che devono essere prese in considerazione. Tra queste, il numero di anni di contributi versati gioca un ruolo fondamentale.

Parametri per il calcolo della pensione

L’importo della pensione viene determinato considerando diversi fattori: il numero di anni lavorativi, il totale dei contributi versati e l’importo dello stipendio percepito nel corso degli anni. Questi elementi contribuiscono alla determinazione dell’importo dell’assegno pensionistico. Attualmente, esistono due metodi di calcolo della pensione: il metodo retributivo, che si basa sugli stipendi, e il metodo contributivo, che si basa sui contributi versati. Per avere diritto a una pensione, è necessario aver lavorato per almeno 20 anni, tuttavia, con questo minimo di contributi, l’importo della pensione potrebbe essere piuttosto limitato. Per ottenere una pensione di importo più consistente, sono generalmente necessari almeno 30 anni di contributi.

Il sistema misto di calcolo della pensione

Calcolare l’importo della pensione con 30 anni di contributi non è un’operazione semplice. Questo perché dal 1996 in Italia è in vigore il sistema misto di calcolo della pensione, che prevede l’applicazione del metodo retributivo fino al 31 dicembre 1995, e del metodo contributivo a partire dal 1 gennaio 1996. Tuttavia, per coloro che avevano accumulato almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 2011, il calcolo contributivo inizia solo dal 1 gennaio 2012.

Metodi retributivo e contributivo nel dettaglio

Il metodo retributivo prevede un’analisi degli stipendi percepiti negli ultimi anni di lavoro e l’applicazione di una percentuale, generalmente il 2% per ogni anno di lavoro, sulla media di questi stipendi. Ad esempio, per 15 anni di contributi considerati con il metodo retributivo, si ha diritto al 30% della retribuzione media degli ultimi anni di lavoro, mentre per 10 anni si ha diritto al 20%. Il metodo contributivo, invece, prende in considerazione i contributi versati a partire dal 1 gennaio 1996 e per ogni anno di lavoro successivo, durante il quale il lavoratore accumula il 33% dello stipendio lordo, definito come ‘montante contributivo’. Quest’ultimo, moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, determina l’importo della pensione.

Un esempio di calcolo della pensione

Per esemplificare, prendiamo il caso di un lavoratore di 67 anni che va in pensione con 5 anni di contributi calcolati con il metodo retributivo e 25 anni con il metodo contributivo. Se negli ultimi anni di lavoro ha percepito uno stipendio medio annuo di 25mila euro, con il calcolo retributivo avrà diritto al 10% di questa cifra, ovvero 2.500 euro. A questo importo, bisogna aggiungere quello calcolato con il metodo contributivo. Se in 25 anni di lavoro il reddito medio è stato di 20mila euro, il montante contributivo sarà di circa 165mila euro. Applicando il coefficiente di trasformazione, l’importo della pensione sarà di circa 9.440 euro. Sommando le due quote, si ottiene l’importo totale della pensione, che in questo caso ammonta a poco meno di mille euro al mese.