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La verità sul discarico delle cartelle esattoriali: cosa accade quando non vengono riscosse

Le cartelle esattoriali irrecuperabili sono un tema di notevole interesse per molti contribuenti. Recentemente, si è diffusa l’idea che queste cartelle vengano cancellate dopo cinque anni, ma la realtà è più complessa. Il discarico delle cartelle esattoriali, introdotto con la riforma fiscale, non implica la cancellazione del debito, ma un cambiamento nella gestione dello stesso. In questo articolo, esploreremo in dettaglio il concetto di discarico, il destino delle cartelle esattoriali non riscosse e la procedura per la cancellazione dopo cinque anni.

Il discarico delle cartelle esattoriali: un malinteso diffuso

Il discarico delle cartelle esattoriali è un termine che può portare a confusione. Nonostante quanto possa suggerire il termine, non si tratta di una cancellazione del debito. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che il discarico implica una restituzione del debito all’ente impositore, non la sua estinzione. Quando una cartella esattoriale viene discaricata, il debito non scompare: semplicemente, non è più gestito dall’agente di riscossione, ma torna nelle mani dell’ente impositore. Quest’ultimo ha tre opzioni: può affidare la cartella a un altro agente di riscossione, restituirla all’Agenzia delle Entrate o tentare di riscuotere il debito autonomamente.

La finalità della riforma fiscale e il discarico delle cartelle esattoriali

La riforma fiscale non è stata concepita per agevolare i debitori, ma per facilitare il lavoro degli enti impositori. Con il discarico delle cartelle esattoriali inesigibili, l’Agenzia delle Entrate può concentrarsi su quelle ancora riscuotibili, ottimizzando così i propri sforzi. Si tratta, in sostanza, di una strategia di razionalizzazione.

La prescrizione delle cartelle esattoriali dopo cinque anni: come funziona?

Se esiste un modo per cancellare le cartelle esattoriali dopo cinque anni, esso è rappresentato dalla prescrizione. Per le cartelle esattoriali relative a Ires, Iva e Irpef, la prescrizione scatta dopo dieci anni. Per i tributi locali, invece, il periodo necessario per la prescrizione si riduce a cinque anni. Lo stesso vale per i mancati pagamenti di Tarsu, Imu, Tari e Tasi, che diventano cartelle esattoriali e possono essere prescritti entro un quinquennio. Per cancellare una cartella esattoriale, è quindi necessario aspettare che scatti la prescrizione e successivamente presentare un’istanza in autotutela.