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La Asl Roma 2 ha chiuso il consultorio di Garbatella

Annunciata dall'ASL Roma 2 la chiusura del consultorio di Garbatella, la protesta del Collettivo di zona
Uno striscione contro la chiusura dei consultori (Crediti: Foto dal profilo Facebook di Casa Internazionale delle Donne) – Roma.Cronacalive.it

Il consultorio di Garbatella è essenziale per 130mila cittadini, offrendo servizi gratuiti di ginecologia, ostetricia, prevenzione e sostegno alle famiglie.

La chiusura del consultorio di Garbatella, annunciata dall’Asl Roma 2, ha scatenato la protesta di cittadini, donne e attivisti. All’ingresso del consultorio, infatti, è presente da settembre 2023 un cartello con la scritta “chiuso temporaneamente”, ma dalle parole del direttore della Asl la chiusura sembra più che definitiva. Una situazione che sta coinvolgendo tanti altri consultori della città, come quello in via Casilina, chiuso temporaneamente dal 2019.

Come racconta Cristina, attivista e membro del Collettivo di zona per la difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense, quello di Garbatella è un consultorio “storico per il territorio. Mia madre lo frequentava negli anni Ottanta, quando ancora non si trovava a Largo delle Sette Chiese. Io ho iniziato quattro anni fa, quando ho partorito. E con noi tantissime altre donne in tutti questi anni hanno fatto rete fra le mura di Largo delle Sette Chiese“. “Con la chiusura di questo consultorio, ne resterebbe uno solo in un territorio che, per legge, ne prevede almeno cinque”.

Infatti, secondo la legge 405/1975, confermata nel 2022, è necessario che sia presente un consultorio familiare ogni 20mila abitanti nelle zone urbane e ogni 25mila nelle periferie. Nel Distretto VIII, gli abitanti sono 130mila per soli due consultori presenti, di cui uno è quello in chiusura. “Dire addio a questo consultorio – prosegue Cristina – vorrebbe dire meno servizi, meno sicurezza per donne e mamme ma anche per uomini e giovani”.

La chiusura del consultorio di Largo delle Sette Chiese

La chiusura del consultorio di Garbatella è stata annunciata inizialmente con un cartello affisso sul cancello della struttura nel settembre del 2023, che indicava lo spostamento di tutti i servizi offerti nella struttura in via dei Lincei, ad eccezione delle vaccinazioni dei bambini da zero a 12 mesi.

Poi, ad ottobre, a due giorni dalla nascita del Collettivo di zona per la difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense e dal lancio della petizione online, la dottoressa Patrizia Magliocchetti, Responsabile per i Consultori familiari della ASL Roma 2, afferma che il consultorio sarebbe tornato agibile in due settimane e che la chiusura era dovuta a dei lavori di ristrutturazione del piano interrato. Una situazione che cambia ancora a fine ottobre, quando il dottor Giuseppe Gambale, Direttore Sanitario della Asl Roma 2, afferma che la chiusura del consultorio è dovuta ad una mancanza di personale ostetrico, per il quale oltretutto non sono previste nuove assunzioni.

È solo nella riunione del 4 dicembre 2023, a cui ha partecipato il Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori insieme al Collettivo del Consultorio, che la dottoressa Magliocchetti e il dottor Rocco Rago, Direttore del Dipartimento Malattie di Genere, Genitorialità, Bambino e Adolescente della Asl Roma 2, ammettono che la chiusura del collettivo è dovuta a una mancanza di fondi: mantenere entrambe le strutture costerebbe troppo e, di conseguenza, resterà aperta soltanto solo quella di via dei Lincei.

La protesta del Collettivo di difesa

“Hanno parlato di mantenimento oneroso sia dal punto di vista organizzativo che economico, all’inizio ci hanno detto che volevano chiuderlo perché mancava personale. Ma qui, a differenza di altri casi, non ci sono stati pensionamenti o altre situazioni che hanno comportato la riduzione di personale. È soltanto una loro decisione: quattro infermiere hanno ricevuto la comunicazione del loro trasferimento già prima dell’estate”. “Fra le motivazioni della chiusura, hanno aggiunto anche che il consultorio riceveva poche persone, ma non è così.

Nonostante la difficoltà nel richiedere appuntamento, vista la segreteria disponibile soltanto dalle 12.15 alle 13.15 e nell’essere ricevute, per l’apertura esclusivamente mattutina nella maggior parte dei giorni della settimana che creava difficoltà a studenti e studentesse e a lavoratrici e lavoratori, sono molte le persone che si rivolgevano alla struttura”, continua Cristina del Collettivo.

“È per questo che il consultorio non può chiudere. È sempre stato un centro necessario a livello oncologico, perché mette a disposizione la possibilità di effettuare screening e prevenzione, come per il tumore al collo dell’utero. Per non parlare del ruolo di sostegno che ha per le neomamme: il consultorio crea una rete fondamentale fra di loro. Ma anche prima del parto, in età fertile e nella menopausa”. Ma non solo. “Qui si trovano assistenti sociali e il servizio psicologico: spesso sono le nostre psicologhe che vanno nelle scuole, chiamate da studenti e studentesse a fare lezioni di educazione sessuoaffettiva. Per loro è attivo anche lo spazio giovani, uno spazio accogliente per tutti e tutte al quale si possono affidare completamente. E tutti i servizi sono gratuiti e anonimi”.

Annunciata dall'ASL Roma 2 la chiusura del consultorio di Garbatella, la protesta del Collettivo di zona
La mobilitazione contro la chiusura del consultorio di Garbatella del Collettivo di zona per la difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense (Crediti: Foto dal profilo Facebook di Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori) – Roma.Cronacalive.it

Perché i consultori di Roma stanno chiudendo?

Come spiega Gabriella Marando del Coordinamento delle Assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio, la chiusura del consultorio di Largo delle Sette Chiese è dovuta a “un piano aziendale preciso messo in campo dalla Asl di Roma 2 e dalla sanità pubblica in generale. Da tempo stiamo assistendo ad un processo di questo tipo in tutta Italia: nelle regioni del Nord i consultori già sono stati chiusi e snaturati”. “Dietro al consultorio non ci sono guadagni e spesso non ne viene riconosciuta la funzione sociale, senza contare la posizione politica contraria all’IVG, l’interruzione volontaria di gravidanza: dietro alla chiusura dei consultori ci sono ragioni politiche chiare”.

Marando ha poi spiegato che le motivazioni che vengono addotte per giustificare la chiusura dei vari consultori di Roma sono le più disparate: “Quello di Lunghezza viene chiuso per ristrutturazione; a Pietralata c’è un problema di personale reale a causa di numerosi pensionamenti; al Quarticciolo danno la colpa ad alcuni episodi violenti che sarebbero avvenuti proprio davanti al consultorio. Ma è in territori come questo che servirebbe incrementare il servizio, invece di abbandonare il quartiere. Il 25 novembre eravamo tantissime e tantissimi in piazza per Giulia Cecchettin, ma basta sempre troppo poco tempo per dimenticarcene. Ci dicono che non hanno personale, ma basterebbe visionare le graduatorie degli ultimi concorsi per trovare nuovi dipendenti”.

Inoltre, la Asl Roma 2 “è l’unica Asl che non è contro la somministrazione della pillola RU-486″, continuano dal Coordinamento Assemblee dei Consultori, pur specificando che la stessa Asl non fornisce gratuitamente gli anticoncezionali per la fascia 14-21 anni.

La difesa del Consultorio delle Sette Chiese: la petizione

Per combattere contro questa situazione vergognosa, il Collettivo di zona per la difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense ha avviato una petizione online contro la chiusura del consultorio di Garbatella, arrivato a quasi 2000 firme, oltre a organizzare presidi e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sia sulla situazione del consultorio di Garbatella che per tutti gli altri che stanno chiudendo in Italia.

“Vogliamo che il consultorio venga riaperto per garantire i servizi di Ginecologia e Ostetricia, il Percorso Nascita, lo Spazio Allattamento, lo Spazio Giovani e gli Screening Oncologici; che venga riorganizzato il servizio di accoglienza e il personale amministrativo che, fino alla chiusura nel mese di settembre, è sempre stato a carico delle infermiere. Per il personale chiediamo che si attinga alle graduatorie già formate nell’ultimo soccorso”, conclude Cristina. “Perché quando un consultorio chiude, se non si lotta, non riaprirà mai più. Per questo continua la nostra protesta, non può esaurirsi così”.