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Chiara Ferragni indagata anche per le uova di Pasqua e la bambola: ipotesi di truffa aggravata

Caso Chiara Ferragni
In una combo Chiara Ferragni durante i tre spot per il pandoro, l’uovo di Pasqua e la Cocacola (Fonte Ansa Foto) – CronacaLive ediz. Roma

Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati, con l’ipotesi di truffa aggravata, anche per le uova di Pasqua e la bambola.

L’affaire Chiara Ferragni si infittisce con altri due episodi finiti nel mirino dell’inchiesta milanese. Le nuove contestazioni, che si vanno ad aggiungere alla vicenda del pandoro ‘Pink Christmas’ della Balocco, riguardano le uova di Pasqua della Dolci Preziosi e la bambola di stoffa con le sembianze dell’influencer. Quest’ultima, lanciata nel 2019 in collaborazione con Trudi, era stata messa in vendita online per raccogliere fondi a favore dell’associazione no profit americana “Stomp Out Bullying”.

Anche in merito a tali campagne, Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Milano. L’ipotesi è di truffa aggravata. I difensori Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, dichiarandosi certi dell’innocenza della Ferragni, confidano che le indagini faranno luce sulla vicenda scagionando la loro assistita. Intanto, nelle prossime ore, i pm si troveranno a valutare anche l’esposto del Codacons relativo alla “capsule collection” di biscotti ad edizione limitata. Tale iniziativa, realizzata insieme ad Oreo nel 2020, aveva l’obiettivo di raccogliere fondi contro il Covid.

Una vicenda che ha suscitato reazioni anche sul versante della politica. Infatti la premier ha annunciato, per giovedì prossimo, l’arrivo della norma sulla trasparenza nella beneficenza compiuta dalle attività commerciali. Giorgia Meloni, intervenendo sul caso Ferragni, ha dichiarato di “non essere pentita” per le sue parole sull’episodio del pandoro. “Mi è dispiaciuto che sia stato letto come uno scontro”, ha detto la premier per poi aggiungere: “Figuriamoci se c’era voglia e interesse a uno scontro con Chiara Ferragni”.

Guerra tra Procure: il nodo sulla competenza territoriale

Caso Chiara Ferragni
Le vetrine del negozio di Chiara Ferragni (Fonte Ansa Foto) – CronacaLive ediz. Roma

Le indagini si stanno muovendo per far luce su tutte le campagne che l’influencer ha legato a scopi benefici. Il caso, tuttavia, è oggetto di disputa sulla competenza territoriale tra le varie Procure. Proprio la scorsa settimana, quella milanese ha sollevato davanti ai pg della Cassazione il conflitto tra pm sulla competenza ad indagare in merito alla vicenda del pandoro ‘Pink Christmas’, prodotto dall’azienda Balocco che ha sede in provincia di Cuneo.

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, che ha inizialmente istruito il fascicolo per frode in commercio ed ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, ha chiesto chiarezza su chi debba occuparsi del caso sulla base all’articolo 54-bis del codice di procedura penale. Una risposta che si rende necessaria dal momento che anche l’ufficio requirente piemontese, con a capo Onelio Dodero, ha aperto un fascicolo gemello a carico di Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, quest’ultima in quanto amministratrice delegata dell’azienda dolciaria.

È stata proprio la memoria inviata alla Suprema Corte a rivelare le altre due indagini in corso: non solo il pandoro ma anche le uova di cioccolato della Dolci Preziosi e la bambola “Mascotte Chiara Ferragni” prodotta in collaborazione con Trudi, l’azienda friulana acquisita nel 2019 dalla Giochi Preziosi che ha sede a Milano. A differenza delle altre due società, quest’ultima non registra alcun amministratore indagato al momento.

Secondo gli inquirenti e gli investigatori meneghini, i tre episodi sarebbero collegati dal “vincolo della continuazione”. Dunque, considerando il caso della bambola come dirimente, la competenza territoriale sarebbe di Milano dove si trova la Procura che gestisce la vicenda più antica in ordine di tempo. Non sono d’accordo i magistrati di Cuneo per i quali bisogna prendere in esame l’eventuale ingiusto profitto, come requisito per qualificare la truffa, che si sarebbe realizzato presso la sede della Balocco ossia a Fossano.

Spetterà ai pg di Cassazione individuare quale Procura dovrà procedere tenendo conto che l’inchiesta è stata rivendicata solo dai pubblici ministeri cuneesi. I legali della influencer, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, hanno assicurato che chiariranno “al designato magistrato ogni aspetto” delle tre vicende. “Siamo totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara”, hanno sottolineato aggiungendo che tale innocenza “emergerà dalle indagini che verranno condotte”.