Scuole occupate a Roma: 350mila euro di danni in tre istituti
L’associazione Nazionale Presidi (Anp) ha segnalato danni per 350mila euro in tre edifici scolastici a causa delle occupazioni studentesche.
Le occupazioni degli studenti hanno provocato notevoli danni in alcuni edifici scolastici, in particolare in tre istituti per un ammontare di 350mila euro. Lo ha riferito l’Associazione nazionale presidi (Anp) nel criticare i “politici locali che, di fronte alle devastazioni avvenute in questi giorni in alcune scuole superiori della nostra città, discettano sulla ‘repressione burocratica’ di quei collegi dei docenti che, in base alle norme vigenti, mai cambiate da nessun governo negli ultimi venti anni, hanno sanzionato gli occupanti con sospensioni dalle lezioni“.
Il presidente di Anp Roma, Mario Rusconi, e la presidente di Anp Lazio, Cristina Costarelli, hanno ricordato le devastazioni compiute due anni fa nel corso delle occupazioni in 50 istituti superiori romani. In quell’occasione, la Città Metropolitana spese circa 500mila euro complessivi per rendere nuovamente agibili gli edifici.
“Per i nostalgici difensori dello stanco rito annuale delle occupazioni rispondere con l’applicazione delle regole significa non avvertire il disagio delle giovani generazioni. Eppure gli ingenti danni causati dalle occupazioni hanno riguardato in particolare alcuni istituti tecnici e professionali di periferie romane, veri e propri presidi di efficace formazione e di inclusione sociale“, hanno detto Rusconi e Costarelli precisando che “gli studenti di quelle scuole, non provenienti per lo più da famiglie agiate, si ritroveranno per molto tempo senza laboratori, senza le attrezzature necessarie alla loro formazione, in ambienti ancora più degradati rispetto al tempo precedente l’occupazione”.
“In questi casi – hanno aggiunto – i danni apportati in alcune scuole hanno un sapore ancora più amaro, essendo intriso da esclusione dalla formazione di fasce deboli. Come si concilia la democrazia con il disprezzo delle regole democratiche? Cosa c’entra l’inclusione con l’accettazione passiva da parte degli adulti di trasgressioni pericolose, di disprezzo delle regole, di senso di onnipotenza che induca a credere di poter superare qualsiasi norma in quanto giovani?”, hanno domandato in conclusione.