Pietro Orlandi: ” il Pontefice alzi la voce sul caso Emanuela”
L’intervento di Orlandi sull’immobilismo della commissione d’inchiesta e del Papa: il 13 gennaio a Roma la manifestazione per Emanuela.
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma nel 1983, è intervenuto a Radio Cusano Campus riguardo la manifestazione che si terrà a Roma, in Piazza Cavour, sabato 13 gennaio. Il corteo si riunirà il giorno prima del compleanno di Emanuela, che quest’anno avrebbe compiuto 56 anni, per chiedere, ancora una volta, che venga fatta luce sul caso, rimasto irrisolto per oltre quarant’anni.
“Ancora una volta, come ogni anno, sarà presente tanta gente comune. Persone che continuano a stupirmi, soprattutto quelle che verranno da fuori Roma“. “La manifestazione di sabato – spiega Orlandi – ovviamente servirà a spingere, per accelerare i tempi per la formazione della Commissione parlamentare d’inchiesta visto che purtroppo ancora non si è mosso praticamente nulla. L’unica cosa positiva da quanto ho saputo è che il presidente della Camera Fontana ha inviato delle lettere ai capigruppo sollecitandoli ad accelerare i tempi, a inviare i nomi di chi dovrà far parte della stessa Commissione. In tal senso, so che qualche partito lo ha già fatto prima di Natale. Adesso mi auguro che faccia altrettanto il presidente del Senato La Russa”. “La mia paura è sempre quella che qualcuno voglia rallentare i lavori della Commissione, per effetto di pressioni subite dall’esterno da parte di chi questa Commissione non la vuole. Il Vaticano in primis e tutti coloro che gli sono asserviti”. Secondo Pietro “anche presso la Procura di Roma stanno lavorando su alcune cose”.
L’appello al Papa
Infine, Pietro Orlandi ha lanciato un appello a Papa Francesco affinché intervenga per accelerare le indagini sul caso “perché lui sicuramente sa cosa è successo a mia sorella, come lo sapevano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Bergoglio sa cosa è accaduto altrimenti non mi avrebbe detto ‘Emanuela sta in cielo, Emanuela è morta’”. Papa Francesco ha anche deciso “di chiedere alla Procura vaticana di aprire finalmente un’inchiesta, invitando il Procuratore Alessandro Diddi a indagare a 360 gradi, senza fare sconti a nessuno. Invece, non si è mosso nulla quindi se ci tiene veramente, il Pontefice alzi la voce perché il Vaticano non sta facendo quello che Papa Francesco ha chiesto. In realtà adesso secondo me la Procura vaticana sta indagando solo per trovare una verità di comodo”, conclude Orlandi.