Salvini precetta di nuovo lo sciopero dei mezzi pubblici, da 24 a 4 ore
Precettato lo sciopero dei trasporti di lunedì 27 novembre, Amoroso: “un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole”.
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo sciopero dei mezzi pubblici di lunedì 27 novembre dalle annunciate 24 ore a quattro, ossia dalle ore 9 alle ore 13.
La decisione è stata presa in seguito al tavolo convocato dal ministro al Mit con sindacati e parti datoriali, che si è concluso con un nulla di fatto. Le parti datoriali hanno infatti chiuso a qualunque possibilità di confronto e i sindacati di base che hanno confermato lo sciopero nazionale di 24 ore. “Le controparti datoriali hanno chiuso a qualunque possibilità di confronto”, ha detto la Cub, spiegando che “loro non ci riconoscono e sono in trattative con le organizzazioni sindacali firmatarie”.
I sindacati di base chiedono per i lavoratori del trasporto pubblico locale “aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, tutela di salute e sicurezza”, ma lo sciopero è anche “contro le privatizzazioni”. Sulla questione degli stipendi, in particolare, chiedono “l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti” e un “salario minimo per legge a 10 euro contro la pratica dei contratti atipici e precariato”, quindi aumenti salariali “a partire da almeno 300 euro al mese”.
La precettazione dello sciopero
Il ministero ha dichiarato in una nota che “non tutti i sindacati coinvolti hanno proposto di incrociare le braccia per l’intera giornata”, sottolineando che Salvini riconosce il “diritto sacrosanto allo sciopero” ma che “è altresì determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini”, specialmente in considerazione di proteste che “ormai sono diventate molto frequenti”, soprattutto alla vigilia del weekend o all’inizio della settimana lavorativa.
La risposta dei sindacati di base non si è fatta attendere. Antonio Amoroso, segretario nazionale della Cub Trasporti, ha dichiarato che “Salvini passa dalle minacce ai fatti. Ciò nonostante la totale chiusura delle parti datoriali rispetto alle rivendicazioni salariali, dei diritti, sulla sicurezza, contro le privatizzazioni”, definendo la precettazione “un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole”. L’accusa a Salvini è di “voler scippare ai lavoratori la libertà dell’esercizio di sciopero“.
Le dichiarazioni dei sindacati
In seguito a questa mossa del ministro, la Cub e altre sigle sindacali come Cobas, Usb, Sgb e Orsa stanno ora valutando “se riprogrammare l’astensione ad un’altra data, avviando una campagna per sensibilizzare il Paese rispetto al grave attacco ai diritti democratici”, spiega Amoroso.
Anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha criticato la decisione del governo e del ministro dei Trasporti. “Il governo ha firmato la precettazione, un atto autoritario e antidemocratico che non è mai avvenuto nella storia”, ha detto Landini. “Non è un atto solo contro i sindacati ma contro la libertà dei singoli cittadini”..
“Abbiamo impugnato quel provvedimento perché è sbagliato, non ci facciamo intimidire e proseguiremo con la nostra lotta”, ha aggiunto il segretario generale della Cgil. “La risposta più forte è quella che sta arrivando oggi con una partecipazione fortissima e un’adesione agli scioperi molto alta”, ha sottolineato, concludendo che “la democrazia e i diritti si difendono praticandoli”.