Tivoli, restaurata la Fontana dell’Ovato, nei giardini di Villa d’Este
Il restauro della fontana reso possibile grazie alla collaborazione tra le VILLÆ e la Camera di Commercio di Roma
Di nuovo a portata di sguardo la Fontana dell’Ovato, uno dei simboli dei giardini di Villa d’Este, a Tivoli (RM) e dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità dal 2001.
Dopo il restauro, grazie alla sinergia tra le VILLÆ e la Camera di Commercio di Roma, la fontana è stata restituita alla pubblica fruizione.
“Il restauro – ha commentato Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – si pone in linea con gli obiettivi primari di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale che ci prefiggiamo di raggiungere anche grazie a partnership prestigiose, come quella ormai consolidata con la Camera di Commercio di Roma”.
Impermeabilizzazioni e nuova illuminazione segnapasso
“Si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione tra Istituzioni – ha sottolineato Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, che ha contribuito al finanziamento del restauro – e si inserisce in un percorso congiunto che coinvolge due ambiti di grande rilevanza per il territorio di Roma e provincia: la valorizzazione artistica e culturale e la promozione di un turismo di qualità”.
Le opere di restauro sono intervenute nelle impermeabilizzazioni delle canalizzazioni sulla copertura dell’emiciclo, pulendo ed impermeabilizzando, a sua volta, il “bicchiere” centrale. Un sistema di illuminazione “segnapasso” ha completato l’intervento conservativo.
Progettata nella seconda metà del 1500 (1567) dall’architetto Pirro Ligorio, su richiesta del cardinale Ippolito II d’Este, la celebre fontana è formata da un’esedra semicircolare intorno ad una grande vasca ovale e riceve direttamente l’acqua dall’Aniene e alimentando, per caduta, tutte le altre fontane della Villa.
L’intento dell’architetto era quello di riprodurre le cascate di Tivoli, con le rocce, nella parte più alta, che rappresentano i monti Tiburtini ed i fiumi Aniene ed Ercolano raffigurati dalle statue della Sibilla Albunera e Melicerte.