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Giulia Cecchettin, Sindacato Cronisti Romani: “Attenzione alle parole da non usare, presto stileremo un decalogo sul linguaggio di genere”

Il Sindacato Cronisti Romani avverte sulle parole da non usare nei casi di violenza di genere
Elena Cecchettin e papà Gino durante la fiaccolata in memoria di Giulia Cecchettin – CronacaLive ediz. Roma

Il Sindacato Cronisti Romani ha annunciato che stilerà un decalogo sul linguaggio di genere al fine di promuovere la corretta informazione.

“Facciamo attenzione alle parole, il diritto di cronaca va maneggiato con cura. Il Sindacato cronisti romani, nell’esprimere vicinanza alla famiglia di Giulia Cecchettin e di tutte le altre vittime di femminicidio, ripropone l’urgenza di un’informazione corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere, al di fuori di qualsiasi stereotipo o sensazionalismo“.

Inizia così una nota di Fabrizio Peronaci e Roberto Mostarda, rispettivamente presidente e segretario del Sindacato Cronisti Romani (Scr), secondo i quali “un uso sobrio e rispettoso del linguaggio può diventare strumento fondamentale nello sradicamento di una cultura maschilista e misogina“.

“Espressioni come ‘delitto passionale’, ‘raptus’, ‘momento di follia’, ‘amore che sfocia in violenza’, ‘accecato dalla gelosia’ di fatto forniscono alibi o indirette giustificazioni agli autori del crimine. Siamo noi responsabili -continua la nota- di come viene rappresentata la figura femminile, sia con gli scritti sia con le immagini, e per questo i cronisti debbono essere in prima fila contro una narrazione tossica e sessista”.

“Il Sindacato cronisti romani, nel suo ultimo consiglio direttivo, in linea con le iniziative già assunte dall’Associazione stampa romana, ha deciso di stilare un Decalogo sul ‘linguaggio di genere’ che elenchi i termini fuorvianti da bandire nelle cronache, e di promuovere incontri nelle scuole, per contrastare l’indifferenza affettiva e valoriale dei ragazzi sul tema della violenza alle donne”, hanno concluso Peronaci e Mostarda nella nota.