Mafia Capitale, Prestipino: “A Roma ci sono tutte le mafie”
Il procuratore di Roma Michele Prestipino a BookCity Milano per la presentazione del libro di Ilaria Meli sui Casamonica
Il fenomeno del clan mafioso romano dei Casamonica vivisezionato nel nuovo libro di Ilaria Meli e commentato durante la kermesse milanese di BookCity dal procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino.
Intervenendo ieri alla presentazione del volume “Casamonica. Come nasce e si afferma un potere criminale”, il pm ha tracciato un inquietante ritratto della Capitale.
“La realtà romana è molto complicata dal punto di vista criminale – ha spiegato – perché Roma da sempre, nel disinteresse generale e nell’incapacità di comprendere il fenomeno, è stato probabilmente uno dei più ricchi e importanti laboratori criminali di questo Paese“.
Prestipino:
“Roma è la capitale – ha aggiunto il pm -, è la sede dei palazzi dove si prendono decisioni politiche, dove arrivano elementi per prendere decisioni economiche, è la sede del Vaticano. È comprensibile che su questa città si punti l’attenzione di organizzazioni criminali come le mafie, che hanno fatto della mediazione economica e dello stare sul mercato la loro ragion d’essere“.
Secondo Prestipino, dunque, la Capitale è il teatro criminale ideale, quello “in cui ci dobbiamo misurare con tutto, a Roma non manca nulla, ci sono tutte le mafie“.
La città, però, non ha la cultura mafiosa nel proprio dna e questo ha reso difficile identificare il fenomeno chiaramente fin dagli albori e ancor meno è stato semplice raccontarne i contorni.
“I Casamonica diventano protagonisti come un fungo dopo la pioggia in occasione dei famosi funerali di Vittorio Casamonica, prima non se ne parlava, non c’erano denunce individuali né una denuncia collettiva. Quel funerale – ha continuato – è stata una rappresentazione simbolica di questo potere criminale ed è stata raccontata da tutto il Paese in termini di folklore. Poi il fenomeno è esploso – ha concluso Prestipino – e i Casamonica allora sono diventati padroni di Roma, quelli contro cui nulla e nessuno può. Nemmeno questo è vero“.