In aumento la domanda di vini del Lazio, gli hotel trainano il trend
Il pienone di turisti negli hotel della Capitale, dove sempre più ospiti si fermano a mangiare, favorisce la richiesta di vini del territorio
È in aumento la domanda dei vini del Lazio, sia da parte di privati sia attraverso il canale ho.re.ca. In crescita anche l’enoturismo, come ad esempio le “Esperienze in bottiglia”, che sono visite alle cantine locali promosse dalla storica enoteca di Trastevere “Bernabei dal 1933”.
Questo è lo scenario emerso al settimo Lumen talks “Roma è vino“, promosso dal St Regis Rome e diretto da Giuseppe De Martino.
Come ha ricordato il direttore generale di Agrocamera Carlo Hausmann, in Italia i marchi del vino sono ben 800, alcuni desueti e non rivendicati anche nel Lazio. “La Doc Roma va utilizzata come gradino per fare il salto di qualità. E per raccontare questa millenaria storia di produzione enologica uscirà entro l’anno una nuova edizione di Roma Caput Vini, un libro che potrà coadiuvare albergatori e ristoratori nel raccontare un patrimonio unico del territorio” ha detto Hausmann.
“Il vino nel Lazio è nato prima ancora di Roma, c’era già con gli Etruschi. E ha ancora tanta storia da dare. Non mancano infatti vini di pregio, ma all’estero sono per lo più sconosciuti. Nella Doc Roma ancora tanti stili diversi, lavorare nell’unità può aiutare la riconoscibilità” ha sottolineato Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli.
Roma, città del vino
“Roma si salverà se saprà valorizzare i suoi due terzi di territorio che sono verdi, e l’agricoltura è una potenzialità. In termini di promozione l’olio Igp viene già venduto in belle lattine anche nei musei, così i turisti possono tornare a casa con l’oro verde della Capitale.
Per il vino è finita l’epoca del vinello da osteria e Roma è un brand sempre più legato alla qualità. Peraltro la Capitale è tornata a far parte sia dell’associazione Città del Vino che Città dell’Olio; tante le attività promosse dalle Donne del Vino del Lazio e l’amministrazione sta cercando di far fare qualità lungo tutta la filiera” ha affermato Sabrina Alfonsi, assessore Ambiente e Agricoltura di Roma Capitale .
Roma Doc
“È una grandissima opportunità la Doc Roma, città dove si è sempre fatto vino. Tuttavia oggi una azienda vinicola ha margini molti bassi, la peronospora quest’anno ha creato problemi drammatici, il valore patrimoniale dei terreni è ancora basso rispetto ad altre regioni. Ciononostante andiamo avanti con passione, chiedendo ai ristoratori di proporre più vini del Lazio, e alle istituzioni più servizi per far fare un salto di qualità all’enoturismo” ha dichiarato l’amministratore delegato della cantina Principe Pallavicini Giulio Senni.
“In etichetta solo il nome geografico, che sia Roma Doc oppure Venezia Doc, non basta. Una delle cose più cercate dagli enoappassionati Usa è il vitigno, l’elemento varietale. Nel frattempo finora i produttori di vini rossi del Lazio sono andati un po’ in ordine sparso e con stili produttivi non riconducibili a uno stile riconoscibile quale Roma Doc, mentre sarebbe utile introdurre il Cesanese, che già fa parte della Igt Lazio, anche nella denominazione Roma” ha commentato l’amministratore delegato di Cantine Torre in Pietra Filippo Antonelli.