Mario Cerciello Rega, riuniti in preghiera nel quarto anniversario della sua morte
“Attendiamo le motivazioni della Cassazione perché Mario abbia giustizia”. Così Rosa Maria Ersilio, vedova di Mario Cerciello Rega.
La notte tra il 26 ed il 27 luglio, saranno passati quattro anni dall’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso, a Roma, con undici coltellate.
“Noi famigliari, come sempre abbracciati dall’affetto dei Carabinieri e della società civile, ci uniremo in preghiera a Roma e a Somma Vesuviana – dice Rosa Maria Esilio, la giovane vedova di Cerciello – per rivolgergli sinceri sentimenti di riconoscenza e un grazie per l’esempio che ci ha donato”.
Dopo la condanna all’ergastolo in primo grado, la Cassazione ha disposto l’Appello Bis
“Attendo con fiducia le motivazioni della Cassazione“, dichiara ancora la vedova in un’intervista ad AdnKronos. E continua: “Che Mario possa ottenere ancora una volta giustizia e venga ricordato per essere stato l’unica vittima di un feroce e disumano delitto nell’adempimento del suo dovere”.
Per l’omicidio di Cerciello Rega, furono condannati, in primo grado, all’ergastolo i due statunitensi Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth. Nel marzo scorso, la Corte di Cassazione aveva disposto l’Appello Bis.
“Mario era un giovane giusto che credeva nei valori costituzionali che osservava con scrupolo e lealtà – ricorda ancora Rosa Maria Esilio – essi erano linfa per la sua vocazione e rispettandoli indossava con orgoglio l’uniforme e si dedicava con altruismo agli altri. Mi accompagna e mi guida il suo essere tenace e fiducioso, il suo essere uomo e carabiniere sempre”.