Roma Pride, la Regione Lazio si tira indietro e annulla il patrocinio alla manifestazione: “Violate le condizioni richieste”
L’amministrazione regionale toglie il sostegno al Roma Pride, resta quello del Comune.
La Regione Lazio ha revocato il patrocinio alla manifestazione Roma Pride 2023, la decisione, fa sapere la Giunta, si è resa necessaria “a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’ e consultabile sul sito della kermesse”. “Tali affermazioni – si legge nella nota – violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”. A provocare questo passo indietro, la parte del testo che riguarda il sostegno alla pratica dell’utero in affitto. la decisione della Regione ribadisce come la firma istituzionale “non può, ne potrà mai essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”. Successivamente, in una nota, prova a chiarire “che ribadisce il proprio impegno sui diritti civili”. Mentre su Twitter il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha confermato il patrocinio di Roma capitale per l’evento.
Il #RomaPride è una manifestazione importante per la comunità #Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo #Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo Sabato sarò in piazza per il #Pride.
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) June 5, 2023
La Regione Lazio ha, inoltre, espresso rammarico per il fatto che il patrocinio concesso sia stato strumentalizzato e ha ribadito “il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, questione peraltro totalmente estranea alle competenze regionali.
Le posizioni di Pro Vita e Roma Pride
A patrocinio concesso la prima reazione è arrivata da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia Onlus, che ha definito schizofrenico il comportamento della giunta di centrodestra, considerata la proposta di legge fatta in Parlamento per rendere la pratica dell’utero in affitto un reato universale. Disegno di legge che, lo scorso 31 maggio, ha ricevuto il primo si da parte della Commissione di giustizia e che sarà presentato in aula a Montecitorio il 19 giugno.
A seguire Mario Colamarino, presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, dopo avere apprezzato pubblicamente e in prima istanza la concessione della Regione che sembrava prendere le distanze dalle scelte del Governo Meloni, ha poi attaccato il Presidente Rocca, “siamo ormai alla farsa, Pro Vita ordina e la politica esegue”. Annunciando anche che non toglieranno il logo della Regione Lazio dal sito della manifestazione. Al netto delle polemiche il Roma Pride si farà e partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15 di sabato 10 giugno. “Ci sarà una folla oceanica” grazie al servizio gratuito di ufficio stampa offerto da Pro Vita, ha ironizzato Colamarino.