La Guardia di Finanza ha fermato 9 persone, di cui 5 ai domiciliari, accusate di reati tributari legati alla gestione illecita di uno stabilimento balneare confiscato a un clan criminale nel litorale romano. Gli indagati avevano escogitato un sistema illecito per ottenere profitti illegali, nonostante la destinazione legale del bene. L’operazione è avvenuta a Ostia e ha coinvolto 34 persone, con 9 soggetti sottoposti a misure cautelari.
Gestione illecita dello stabilimento balneare
Gli indagati avevano assunto la gestione di uno stabilimento balneare precedentemente confiscato al clan Fasciani e trasferito all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Tuttavia, secondo le indagini della Guardia di Finanza, essi hanno messo in atto un sistema di gestione non trasparente e contrario alla legalità, sfruttando il bene per ottenere profitti illeciti.
Indagini in corso e misure cautelari
Dei 34 indagati, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma ha emesso misure cautelari per 9 di loro, di cui 5 agli arresti domiciliari e 4 con obbligo di firma. Le accuse riguardano associazione per delinquere, reati tributari, truffa, riciclaggio ed auto-riciclaggio. Le indagini sono state condotte dal 6° Nucleo Operativo Metropolitano di Lido di Ostia e sono partite da una denuncia presentata nei confronti di membri di una fondazione che gestiva la struttura dal 2019 al 2022.
Attività illecite e coinvolgimento di province italiane
Le indagini hanno rivelato che gli indagati avevano intestato la struttura a una fondazione, sub-affittando poi il ristorante e il bar interno ad altre società per beneficiare di vantaggi economici. Inoltre, attraverso la costituzione di altre entità, ricevevano donazioni da multinazionali farmaceutiche, riciclando il denaro tramite movimentazioni bancarie complesse. Le attività illecite coinvolgevano province come Augusta, Fiumicino, Giugliano in Campania, Milano, Pozzuoli, Velletri e Villafranca, oltre a Roma.