La vicenda di stalking che vede coinvolta una ristoratrice romana, C.S., continua a destare preoccupazione nonostante il suo aguzzino, S.S., sia stato condannato e abbia scontato parte della pena. La donna, vittima di minacce e percosse, vive nel terrore costante di una possibile escalation di violenza da parte dell’uomo che, nonostante sia stato in carcere, non ha smesso di perseguitarla. La sua vita è sospesa tra la paura costante di C.S. e l’incertezza, mentre S.S., nonostante la condanna, continua a essere libero e a girovagare per la città.
Le origini del conflitto
Tutto ebbe inizio da una relazione lavorativa tra C.S. e S.S., che prestava servizio nel bistrot di proprietà della donna. Ciò che sembrava un normale rapporto d’ufficio si trasformò presto in un incubo per la ristoratrice, quando l’uomo iniziò a manifestare atteggiamenti aggressivi e ossessivi. Dopo il licenziamento di S.S. per il suo comportamento inadeguato, la situazione precipitò: l’uomo, di origini indiane, si dichiarò innamorato di C.S. e iniziò una serie di atti persecutori, tra cui dediche insanguinate e minacce di morte.
La paura costante di C.S.
La paura di C.S. è ben fondata, considerando che S.S. ha già tentato di violentarla in passato e ha continuato a perseguitarla anche dopo essere stato detenuto. Nonostante le accuse di violenza sessuale e stalking, l’uomo è riuscito a ottenere una protezione internazionale che gli ha impedito l’espulsione dal Paese. Questa situazione mette a rischio la sicurezza di C.S., che vive barricata in casa temendo per la propria vita.
La lotta per la giustizia
Nonostante le prove schiaccianti e le testimonianze a suo sfavore, S.S. è ancora in libertà, mentre la vittima continua a vivere nell’incubo di una possibile vendetta. La giustizia sembra tardare ad arrivare, lasciando C.S. in uno stato di costante apprensione. È necessario che le istituzioni agiscano prontamente per garantire la sicurezza della donna e porre fine a questa situazione di pericolo imminente.