Un verdetto definitivo è stato emesso dalla Corte d’appello d’Assise riguardo a un caso che ha scosso l’opinione pubblica. Fausta Bonino è stata condannata all’ergastolo nel processo bis di secondo grado per aver causato la morte di pazienti utilizzando eparina come anticoagulante.
Un passato segnato da accuse e assoluzioni
Il caso risale al 2014-2015 quando Fausta Bonino è stata coinvolta in un’indagine legata alle morti di alcuni pazienti presso l’ospedale di Piombino, in provincia di Livorno. Inizialmente accusata di aver provocato la morte di dieci pazienti, successivamente il numero è sceso a quattro. Dopo un’assoluzione in appello, la Cassazione ha annullato il verdetto e ha disposto un nuovo processo per i quattro casi rimanenti.
Le accuse e le indagini
Le indagini hanno rivelato che Fausta Bonino, mentre svolgeva il ruolo di infermiera presso l’ospedale Villamarina di Piombino, ha utilizzato eparina come anticoagulante provocando la morte di quattro pazienti. L’eparina, in dosi elevate, può causare emorragie interne letali. Nonostante le continue dichiarazioni di innocenza da parte dell’imputata, l’ex procuratore generale ha sostenuto la sua colpevolezza.
La sentenza finale
Dopo un iter giudiziario complesso, la Corte d’appello d’Assise ha emesso la condanna all’ergastolo per Fausta Bonino. La decisione ha posto fine a anni di dibattiti e controversie in merito a questo caso che ha scosso l’intero sistema sanitario e giudiziario.