Ricostruzione del delitto di Sofia Stefani: l’amore diventato tragedia
La tragica morte della vigilessa Sofia Stefani ha sconvolto l’opinione pubblica, ma grazie all’operato del gip è stato possibile ricostruire il movente dietro a questo terribile delitto che ha coinvolto l’ex vigile urbano Gianpiero Gualandi.
La vicenda di Sofia Stefani e Gianpiero Gualandi
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal gip, il delitto di Sofia Stefani è stato caratterizzato da un mix di amore e follia. La giovane vigilessa, desiderosa di mantenere viva la relazione con l’uomo, si è trovata di fronte alla tragica decisione di Gualandi di porre fine alla loro storia in modo definitivo.
Il piano dell’assassino
Gualandi, in un momento di estrema lucidità nel pianificare l’omicidio, ha simulato un incidente per nascondere la sua reale intenzione di uccidere Sofia Stefani. Dopo aver sparato alla vittima, ha cercato di depistare le indagini raccontando una versione falsa dei fatti durante la pulizia e la manutenzione dell’arma da fuoco utilizzata.
Le prove a carico di Gianpiero Gualandi
Le prove raccolte durante l’indagine hanno smontato la versione dell’innocenza di Gualandi. La perquisizione del suo ufficio ha portato alla luce dettagli significativi, come il ritiro della pistola presso l’armeria della caserma e l’acquisto della scatola per la pulizia dell’arma, elementi che confermano la pianificazione dell’omicidio da parte dell’ex capo dei vigili urbani.