Un episodio di tentata corruzione ha coinvolto un commerciante cinese nella zona del Pigneto a Roma, quando ha cercato disperatamente di evitare il sequestro di oltre 30.000 prodotti irregolari e non sicuri da parte della Guardia di Finanza. La vicenda ha visto il commerciante finire in manette dopo aver offerto denaro ai militari per eludere le indagini e mantenere la sua attività illecita.
La scoperta dei prodotti irregolari
Durante un controllo della Guardia di Finanza nel negozio gestito dal commerciante cinese, sono stati rinvenuti numerosi articoli irregolari, che hanno portato al sequestro della merce. Gli articoli, principalmente accessori per la telefonia, presentavano marchi contraffatti e mancavano delle necessarie certificazioni di sicurezza, mettendo a rischio i potenziali acquirenti.
Il tentativo di corruzione e l’arresto
Nonostante il provvedimento di sequestro in corso, il commerciante cinese ha cercato in tutti i modi di evitare le conseguenze legali delle proprie azioni. Offrendo 500 euro a una pattuglia di Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, ha tentato di corrompere gli agenti per far cessare l’operazione. Tuttavia, il suo tentativo è stato scoperto e ha portato al suo immediato arresto per il reato di istigazione alla corruzione.
Le conseguenze legali
Dopo l’arresto, il commerciante è stato processato con procedura “direttissima” dalla Sezione Collegiale del Tribunale Ordinario di Roma. Nel frattempo, il titolare dell’attività commerciale risponderà delle accuse di frode in commercio e di introduzione nel territorio nazionale di merce contraffatta. L’operazione rientra in un più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti messo in atto dal Comando Provinciale di Roma, volto a tutelare l’economia legale e la sicurezza dei consumatori.