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Il cappellano accusato di contrabbando di droga in un istituto penitenziario

Un fatto inaspettato ha scosso l’opinione pubblica: un cappellano è stato arrestato con l’accusa di aver introdotto marijuana, cocaina e telefoni cellulari in un carcere. Questo episodio insolito ha destato sorpresa e incredulità, considerando il ruolo religioso e di volontariato svolto dal 63enne in tutto il territorio nazionale.

Un volontario enigmatico

Il cappellano, conosciuto per la sua dedizione e altruismo, si è rivelato essere un personaggio enigmatico. Nessuno avrebbe immaginato che dietro la sua facciata di religioso si nascondesse un traffico illecito di sostanze stupefacenti e dispositivi illegali.

La perquisizione e la scoperta

La svolta inaspettata è avvenuta quando il pacco destinato ai detenuti dell’istituto penitenziario di Velletri è stato sottoposto a controllo. All’interno del pacchetto, apparentemente ordinario, sono stati trovati un chilo di marijuana, 50 grammi di cocaina e due telefoni cellulari. Questa scoperta ha innescato una serie di indagini che hanno portato anche alla perquisizione della casa del cappellano, situata nei Castelli Romani, dove è stata rinvenuta una consistente somma di denaro.

Il sequestro e l’arresto

Gli addetti alla sicurezza dell’istituto penitenziario hanno prontamente agito, sequestrando la droga e procedendo con l’arresto del religioso. L’intera operazione ha destato sconcerto tra i fedeli e ha evidenziato un lato oscuro e inaspettato di una figura solitamente associata a valori di solidarietà e sostegno morale.