Un caso destinato a destare scalpore nel mondo del lavoro si è verificato a Roma, coinvolgendo un dipendente bancario licenziato per aver abusato della Legge 104 a fini personali. La vicenda, giunta alla sentenza della Cassazione, ha evidenziato come l’uomo, anziché dedicarsi all’assistenza della madre disabile, svolgesse attività non autorizzate durante l’orario di lavoro.
Le indagini e il licenziamento
La vicenda ha avuto inizio con i sospetti del direttore della banca dove il dipendente lavorava, riguardo alla reale destinazione delle ore di permesso per l’assistenza familiare. Per confermare i dubbi, è stato deciso di assumere un investigatore privato per seguire le attività del dipendente durante le presunte ore di assistenza alla madre disabile.
Le attività illecite del dipendente
Dalle indagini è emerso che il dipendente, anziché occuparsi della madre come dichiarato, utilizzava quel tempo per sbrigare faccende personali come la spesa o incontri con amici, arrivando persino a concedersi massaggi. Questo comportamento ha destato l’interesse del direttore della banca, supportato anche dalle segnalazioni pervenute da clienti e colleghi.
La sentenza della Cassazione
La decisione finale è stata presa dalla Cassazione, che ha confermato la legittimità del licenziamento del dipendente bancario. Il giudice ha accolto le prove fornite dall’investigatore privato, che hanno dimostrato in maniera inequivocabile la violazione degli obblighi lavorativi da parte dell’impiegato. La sentenza ha sottolineato la gravità del comportamento e ha riconosciuto il diritto del datore di lavoro di porre fine al rapporto di lavoro.