Nel cuore di Roma, il 10 gennaio 1979, un tragico evento ha sconvolto la vita di una famiglia e ha lasciato un segno indelebile nella storia della città. Alberto Giaquinto, un giovane studente di soli 16 anni, è stato vittima di un omicidio durante una manifestazione per ricordare la Strage di Acca Larenzia.
La vita di Alberto Giaquinto prima dell’omicidio
Alberto Giaquinto, nato a Roma il 5 ottobre 1962, era un ragazzo vivace e appassionato di musica e calcio. Frequentava il terzo anno del liceo scientifico Peano e si impegnava attivamente nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale. Il 10 gennaio 1979, insieme ad altri militanti, partecipava a una manifestazione per commemorare le vittime della Strage di Acca Larenzia, un evento che aveva scosso profondamente la comunità studentesca.
La tragedia durante la manifestazione
Mentre la manifestazione veniva dispersa dalle forze dell’ordine, Alberto si trovava nei pressi della sede della DC di Centocelle insieme all’amico Massimo Morsello. È in quel momento che due poliziotti in borghese giungono sul posto a bordo di un’auto. Uno di loro, Alessio Speranza, agente della Digos, scende dall’auto e spara a Alberto alle spalle, causandone la morte sul colpo. L’ambulanza giunge troppo tardi, e il giovane perde la vita tra le braccia della madre, in un momento di dolore e sconcerto.
La ricerca della verità e la lotta per la giustizia
Dopo l’omicidio, si cercò inizialmente di depistare le indagini, sostenendo che Alberto fosse armato, una menzogna che venne smascherata grazie alla determinazione del padre del giovane. Un farmacista di professione, il padre di Alberto ha finanziato personalmente investigazioni private per far emergere la verità sulla morte del figlio. Dopo quattro processi, nel 1988, l’agente Alessio Speranza è stato condannato a sei mesi per “eccesso colposo di legittima difesa” dalla corte di cassazione di Roma.
Il ricordo di Alberto Giaquinto
La memoria di Alberto Giaquinto è stata onorata nel tempo: durante il mandato politico da sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha dedicato un giardino a Ostia al giovane studente. Nel 2002, lo Stato ha riconosciuto un indennizzo alla famiglia di Alberto, che ha scelto di destinare quei fondi alla costruzione della tomba in cui riposa oggi il ragazzo, simbolo di una lotta per la verità e la giustizia.