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Maltrattamenti e atti persecutori: tre casi di violenza sulle donne a Roma

La violenza di genere è un fenomeno purtroppo ancora presente nella società contemporanea, e a Roma si sono verificati tre casi di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti delle donne che hanno richiesto l’intervento dei Carabinieri del Comando provinciale. I tre casi hanno portato all’arresto dei responsabili, dimostrando l’importanza dell’intervento delle forze dell’ordine in situazioni di pericolo per le vittime.

Primo caso: aggressione e minacce di morte

Il primo episodio ha coinvolto una donna di 51 anni, residente a Roma, che ha denunciato il proprio compagno convivente per averla aggredita fisicamente e minacciata di morte. I Carabinieri della Stazione Roma Aventino sono intervenuti prontamente, arrestando il 37enne romano. Grazie alla denuncia della vittima, è emerso che l’uomo era già stato denunciato in passato per violenze su un’altra ex compagna, confermando un comportamento violento e recidivo.

Secondo caso: condotte vessatorie e distruzione di proprietà

Nella stessa giornata, una donna ucraina di 25 anni ha denunciato un 30enne moldavo per condotte vessatorie e aggressioni fisiche e psicologiche subite nel corso dell’ultimo anno. L’uomo, in evidente stato di alterazione psicofisica, ha distrutto parte del mobilio dell’abitazione della vittima. I Carabinieri della Stazione Roma Nomentana hanno arrestato l’aggressore, ponendo fine alle sue azioni violente.

Terzo caso: minacce di morte da parte dell’ex compagno

Infine, una donna romana di 36 anni ha denunciato il suo ex compagno, un 45enne romano con precedenti, per minacce di morte. Non accettando la fine della relazione avvenuta nel 2023, l’uomo ha continuato a perseguitare la vittima. I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno arrestato l’aggressore e sequestrato il telefono cellulare utilizzato per le minacce.

Tutti gli indagati sono stati condotti nel carcere di Regina Coeli, con i loro arresti convalidati dal Tribunale di Roma. È stato inoltre disposto il divieto di avvicinamento alle vittime con braccialetto elettronico. I procedimenti si trovano attualmente nella fase delle indagini preliminari, e gli indagati devono essere considerati innocenti fino a una sentenza definitiva.