La storia di Matteo è una vicenda straziante che ha scosso l’opinione pubblica per la crudeltà dei maltrattamenti subiti da questo giovane di soli 16 anni, che ha deciso di porre fine alla sua sofferenza togliendosi la vita. I funerali di Matteo si sono svolti il lunedì 29 aprile nella chiesa di San Pantaleo, a Sassari.
Il calvario di Matteo
Matteo è stato vittima di anni di maltrattamenti da parte dei suoi genitori e di una zia, coloro che avrebbero dovuto proteggerlo e prendersi cura di lui. Il giovane è stato segregato in camera, costretto a vivere al buio, con un secchio per i bisogni e senza un letto. Inoltre, è emerso che Matteo era ripetutamente picchiato con un tubo di plastica, subendo punizioni cruente e docce gelate d’inverno. La terribile condizione in cui versava è stata scoperta nel 2019, quando il ragazzo è riuscito a chiedere aiuto ai carabinieri attraverso un cellulare senza sim.
La condanna dei responsabili
I genitori e la zia di Matteo sono stati ritenuti responsabili dei maltrattamenti e condannati a otto anni di reclusione, con una sentenza confermata in tutti e tre i gradi di giudizio. Dopo la scoperta dell’orrore subito da Matteo, è stata la zia materna a prendersi cura di lui, ma le ferite emotive erano troppo profonde. Il giovane, nonostante fosse stato allontanato dalla casa in cui subiva abusi, ha deciso di porre fine alla sua vita come estremo gesto di disperazione.
La tragedia e il dolore di una famiglia
La zia di Matteo è stata la persona che ha trovato il corpo senza vita del giovane e ha immediatamente dato l’allarme, ma purtroppo per Matteo non c’era più nulla da fare. La comunità locale si è stretta attorno alla famiglia del ragazzo, partecipando commossa ai suoi funerali nella chiesa di San Pantaleo a Sassari. La storia di Matteo è un monito sulla gravità dei maltrattamenti inflitti ai minori e sull’importanza di riconoscere e contrastare tempestivamente situazioni di abuso e sofferenza.