Assolto il carabiniere che bendò Hjorth: la giustizia ristabilita
La prima Corte d’Appello di Roma ha emesso la sentenza di assoluzione per il militare coinvolto nel bendaggio di Christian Natale Hjorth, uno dei cittadini americani coinvolti nell’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. La vicenda ha suscitato scalpore e polemiche, ma l’avvocato difensore del maresciallo ha sottolineato che questa decisione ristabilisce la giustizia nei confronti di un militare che ha dedicato 25 anni al servizio dell’Arma.
Il caso e la sentenza
Il maresciallo dei Carabinieri era stato inizialmente condannato in primo grado a due mesi con l’accusa di “misura di rigore non consentita dalla legge” per il bendaggio di Hjorth nella caserma di via in Selci a Roma, dopo il fermo dei due americani per l’omicidio di Mario Cerciello Rega avvenuto nel luglio 2019. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione dichiarando che il fatto non costituisce reato, assolvendo così il militare.
Le reazioni e le polemiche
L’avvocato difensore del maresciallo, Roberto De Vita, ha difeso con forza l’operato del suo assistito, evidenziando l’ingiustizia subita durante il lungo processo. De Vita ha criticato l’atteggiamento della stampa e delle istituzioni che hanno condannato il carabiniere prima ancora che si concludesse il procedimento legale. La sentenza di assoluzione, secondo l’avvocato, dovrebbe portare a una riflessione da parte di coloro che avevano già emesso giudizi affrettati.
La difesa del maresciallo
Il legale ha sottolineato che il maresciallo coinvolto ha servito l’Arma con onore per un quarto di secolo, subendo un’isolamento e un abbandono da parte delle istituzioni durante il processo. De Vita ha evidenziato l’importanza di leggere attentamente le motivazioni della sentenza, invitando anche personalità politiche e militari, come l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri, a riflettere sul caso e sull’importanza di rispettare la presunzione di innocenza.