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Assalto alla sede della CGIL: condannato militante di estrema destra

Un episodio di violenza eversiva ha scosso la sede della CGIL a Roma nell’ottobre del 2021, portando alla condanna di un militante di estrema destra coinvolto nell’assalto. La sentenza emessa dalla Cassazione conferma la responsabilità del soggetto, figlio della compagna del leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino.

Il coinvolgimento del militante di estrema destra nell’assalto alla CGIL

FC, insieme ad altri militanti di Forza Nuova, è stato riconosciuto colpevole per l’assalto alla sede della CGIL avvenuto il 9 ottobre 2021. L’uomo è stato individuato come uno dei protagonisti di un’azione violenta che ha coinvolto anche esponenti No Vax e frange ultras, mettendo a rischio l’incolumità dei presenti e la stabilità della zona.

La condanna confermata dalla Cassazione

La sentenza della VI Sezione Penale della Cassazione ha ratificato la condanna inflitta a FC dalla Corte d’Appello nel 2023. Le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali hanno portato a una condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione per il militante, ritenuto responsabile dei disordini che hanno culminato nell’attacco alla sede sindacale.

Le indagini e il rigetto dei ricorsi

Le indagini condotte dalla Digos hanno evidenziato il ruolo centrale di FC nell’organizzazione e nell’esecuzione dell’assalto alla CGIL. Nonostante i tentativi dei suoi legali di ottenere un riesame della condanna, i ricorsi presentati sono stati respinti dalla Cassazione, che ha confermato la gravità dei reati commessi e la necessità di perseguire la giustizia in questo caso.

Questo ennesimo verdetto rappresenta un passo importante nel riconoscimento delle responsabilità dei vari individui coinvolti nell’attacco alla sede sindacale nel Centro Storico di Roma, sottolineando l’importanza di preservare la legalità e contrastare qualsiasi forma di violenza e estremismo.