Archiviato procedimento su agenti di polizia e dottoressa nel caso Alberto Scagni
Nel caso legato alla tragica morte di Alice Scagni, avvenuta il primo maggio del 2022 a Genova Quinto per mano del fratello Alberto Scagni, il giudice per l’udienza preliminare di Genova ha deciso di archiviare il procedimento a carico di due agenti di polizia e una dottoressa del reparto di Salute mentale. La decisione del giudice è stata presa dopo un’approfondita analisi delle presunte omissioni e carenze nella gestione del caso.
Le accuse e le indagini
Secondo quanto emerso, i genitori di Alice e Alberto avevano denunciato presunti errori nella presa in carico di Alberto da parte della dottoressa del reparto di Salute mentale, sostenendo che vi fosse stata una perdita di tempo nell’assistenza al 43enne prima del tragico evento. Inoltre, si era sollevata la questione del comportamento dei due agenti di polizia, accusati di non aver agito adeguatamente nonostante fossero stati avvertiti delle minacce di Alberto nei confronti della sorella e dei genitori.
La decisione del giudice
Nonostante le accuse mosse dai familiari delle vittime, il pubblico ministero ha sostenuto che agenti e dottoressa avessero agito in conformità alle procedure vigenti. Gli agenti, in particolare, avevano risposto alla chiamata dei genitori di Alberto, ma non avendo ricevuto denunce precedenti, non avevano potuto prevedere l’escalation di violenza che si sarebbe verificata successivamente.
La sentenza e il processo di appello
Alberto Scagni è stato condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio della sorella Alice, con riconoscimento di seminfermità mentale. Il prossimo 16 aprile prenderà il via il processo di appello, che potrebbe portare a una revisione della sentenza emessa in primo grado.