Il 10 gennaio 1979, la vita di Stefano Cecchetti, un giovane studente del terzo anno del liceo scientifico Archimede a Roma, si interrompe bruscamente. Una raffica di proiettili lo colpisce, lasciando feriti anche due suoi compagni. Questo tragico evento ha segnato la storia della lotta politica in Italia, ma il caso rimane ancora oggi avvolto nel mistero.
La tragica serata del dieci gennaio mille novecento settantanove
Quella sera, poco dopo le 20:00, Stefano Cecchetti e alcuni suoi amici si erano ritrovati davanti al bar Urbano in largo Rovani, un quartiere di Roma. Improvvisamente, una Mini Minor fa irruzione sul luogo, portando con sé tre individui con il volto nascosto da passamontagna. In un attimo, una serie di colpi d’arma da fuoco vengono sparati verso il gruppo di giovani. Le armi utilizzate si rivelano essere una pistola calibro 7,65 e una calibro 9. Tre ragazzi restano feriti: Stefano Cecchetti, Alessandro Donatone e Maurizio Battaglia. Stefano, colpito all’aorta e con diverse lesioni interne, è il più grave e, nonostante un tentativo disperato di soccorso, non sopravvive.
Il contesto politico e la rivendicazione
Nonostante Stefano non fosse noto per essere particolarmente attivo politicamente, era conosciuto per frequentare il Fronte della Gioventù. Il luogo dell’incontro, largo Rovani, era noto come un ritrovo di militanti di destra. Poco dopo l’attentato, un gruppo chiamato “Compagni organizzati per il comunismo” rivendica l’azione attraverso un comunicato inviato al giornale Lotta Continua, affermando di aver colpito un “centro di aggregazione fascista”.
Le conseguenze e il mistero irrisolto
Nonostante le indagini, gli autori dell’omicidio di Stefano Cecchetti non sono mai stati identificati. L’anno seguente, il 22 febbraio 1980, un altro evento tragico colpisce la scena politica romana. Tre uomini incappucciati irrompono nell’appartamento di Valerio Verbano, un giovane attivista comunista di 18 anni che stava raccogliendo informazioni sui militanti dell’estrema destra, e lo uccidono. L’omicidio di Verbano è rivendicato dai Nuclei Armati Rivoluzionari, che accusano il giovane di essere il mandante dell’omicidio di Cecchetti. Tuttavia, questa accusa non ha mai trovato riscontro nelle indagini successive, lasciando entrambi gli omicidi avvolti in un velo di mistero.