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La morte di Alessandro Caravillani: un tragico episodio della storia recente italiana

Il 5 marzo 1982, un evento drammatico sconvolse l’Italia: l’omicidio di Alessandro Caravillani, un giovane studente di soli 17 anni, ucciso da un commando di terroristi neofascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar). Questa tragedia, accaduta durante una sparatoria con le forze dell’ordine, ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese. La memoria di Alessandro vive ancora oggi, con una scuola e una piazza a Roma che portano il suo nome, luoghi che ricordano il suo sacrificio e l’importanza della lotta contro il terrorismo.

La tragica giornata del 5 marzo 1982

Era la mattina del 5 marzo 1982 quando un commando dei Nuclei Armati Rivoluzionari, un gruppo terroristico di ideologia neofascista, mise in atto una rapina presso la filiale della Banca Nazionale del Lavoro situata in piazza Irnerio, a Roma. Quattro membri del gruppo erano all’interno della banca: Ciro e Livio Lai, Fabrizio Zani e Roberto Nistri, mentre altri tre, Stefano Procopio, Francesca Mambro e Giorgio Vale, erano all’esterno per garantire la fuga. Dopo aver disarmato una guardia giurata, i terroristi svuotarono le casse della banca. Un passante che notò l’accaduto allertò una pattuglia della polizia nelle vicinanze.

La sparatoria e l’omicidio di Alessandro Caravillani

Gli agenti di polizia, guidati dal giovane Paolo Espa, si precipitarono sul posto, seguiti da altre volanti inviate dal comando centrale. Durante lo scontro a fuoco, Espa fu ferito ma riuscì a colpire Livio Lai al cuore, che tuttavia si rimise in piedi grazie al giubbotto antiproiettile. Nel tentativo di fuggire, i terroristi continuarono a sparare, mescolandosi tra la folla del mercato in piazza. In questo caos, Alessandro Caravillani, che si stava recando a scuola, fu colpito mortalmente da un proiettile al ginocchio e un altro alla testa. Il giovane morì in pochi istanti.

Il processo e il ricordo di Alessandro Caravillani

Durante il processo successivo all’evento, Livio Lai ammise la sua responsabilità nell’omicidio di Alessandro Caravillani e fu condannato a 15 anni di carcere. Francesca Mambro, nonostante negasse il suo coinvolgimento, fu condannata all’ergastolo. In seguito a questi eventi, il Comune di Roma decise di dedicare uno slargo vicino al luogo dell’omicidio ad Alessandro Caravillani, e nel 1986 il Liceo IV Artistico prese il nome di Liceo artistico statale Alessandro Caravillani. Questi gesti di memoria servono a ricordare il sacrificio di Alessandro e a sottolineare l’importanza della lotta contro il terrorismo.