Un incendio doloso che ha devastato un’autorimessa situata in via Castel di Leva a Roma, ha portato alla luce un caso di presunto reato di incendio doloso. La Polizia di Stato del IX Distretto Esposizione ha avviato un’indagine che ha portato all’arresto di un uomo italiano di 45 anni, gravemente sospettato di aver appiccato il fuoco. L’uomo era stato licenziato dal suo lavoro nell’autorimessa nel gennaio di quest’anno e, secondo le testimonianze, aveva avuto numerose controversie con uno dei soci della struttura.
Le indagini della Polizia e la scoperta del movente
La polizia è intervenuta immediatamente sul luogo dell’incendio. Uno dei soci dell’autorimessa ha riferito di aver avuto recenti diverbi con l’ex dipendente, che lo aveva minacciato e insultato attraverso un’app di messaggistica. Le immagini di videosorveglianza dell’autorimessa sono state fondamentali per le indagini. Dalle registrazioni, è stato possibile vedere un uomo con abiti scuri avvicinarsi a un’auto coperta da un telo, versare un liquido infiammabile e poi appiccare il fuoco.
L’individuazione dell’incendiario e l’arresto
Le immagini di videosorveglianza di alcuni distributori di carburante nelle vicinanze hanno permesso di scoprire che l’uomo, prima di raggiungere l’autorimessa, si era fermato in un distributore automatico di via Castel di Leva per rifornire la tanica. Ulteriori indagini hanno permesso di riscontrare che l’auto utilizzata dall’uomo era quella della sua compagna, riconosciuta grazie al tappo mancante del serbatoio della benzina. Questi elementi hanno portato al fermo dell’uomo, accusato di incendio doloso.
La posizione dell’indagato e la fase delle indagini
La Procura di Roma ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari la convalida del fermo e l’adozione della custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato associato presso la casa circondariale di “Regina Coeli”. Tuttavia, si ricorda che la presunzione di innocenza vale fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile. Le indagini sono ancora in corso per fare piena luce sull’accaduto e per confermare o smentire le accuse rivolte all’ex dipendente dell’autorimessa.