Un crescente senso di apprensione si è diffuso tra i proprietari di cani frequentatori del Parco Marconi, a sud di Roma, dopo la scoperta di esche avvelenate. Queste esche, messe lì con l’intento di nocere agli animali, hanno già causato la morte di alcuni cani. La situazione è stata segnalata da una signora, la cui cagnolina, Macchia, un Jack Russell di 12 anni, è morta dopo una passeggiata nel parco. Macchia è stata vittima di un’avvelenamento che ha causato un’emorragia diffusa, nonostante le cure veterinarie ricevute.
La gravità della situazione ha spinto Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, a esprimere la sua preoccupazione. Benvenuti, che era presente nel parco con il suo barboncino Dustin, ha rivelato che non è la prima volta che si verificano incidenti simili nel quartiere Marconi. In passato, sono state trovate salsicce con chiodi e polpette con vetro in varie zone del quartiere, causando la morte di altri cani. La paura è che altri animali possano essere caduti vittime di queste esche avvelenate.
Durante la mattinata, il gruppo di persone presenti al parco ha scoperto tracce di vomito blu, probabilmente di un cane, vicino all’ingresso del Parco Marconi. Queste tracce sono state immediatamente rimosse e fotografate, per prevenire ulteriori incidenti. Il Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale ha espresso la sua solidarietà alla signora che ha perso la sua cagnolina e ha chiesto un aumento dei controlli e della vigilanza nel parco e nelle zone più frequentate dai cani.
Benvenuti, insieme a Cinzia Caruso, responsabile del Dipartimento benessere e sicurezza degli animali di Ecoitaliasolidale, ha chiesto un inasprimento delle pene per maltrattamenti e uccisioni di animali, rispetto al Codice penale attualmente in vigore, approvato nel 2004. Questa richiesta mira a scoraggiare chi commette atti atroci come l’avvelenamento di cani e altri animali. La situazione al Parco Marconi rimane preoccupante e la comunità è in allerta, sperando che si possano adottare misure efficaci per prevenire ulteriori incidenti.