Le autorità stanno conducendo un’operazione di ricerca nel quartiere della Magliana a Roma, alla ricerca dell’arma che è stata utilizzata per ferire Walter Garofalo. L’ex meccanico è stato gambizzato con due colpi di pistola meno di 48 ore prima. La vasta operazione di perquisizione, coordinata dai Nas, è stata messa in atto a seguito di segnalazioni relative alla presenza di droga e armi nel quartiere.
Le perquisizioni nel quartiere della Magliana
Il 27 marzo, il quartiere della Magliana è stato svegliato da decine di perquisizioni domiciliari condotte dal nucleo investigativo. Le abitazioni tra i palazzi di via Pescaglia e delle zone limitrofe sono state passate in rassegna dai militari alla ricerca dell’arma utilizzata per ferire Garofalo. Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la sequenza degli eventi che hanno portato alla sparatoria.
Un arresto durante le perquisizioni
Durante le perquisizioni, un uomo di 43 anni, ex pugile e camionista ora disoccupato, è stato arrestato. In casa sua, i carabinieri hanno rinvenuto quantità di droga, tra hashish e cocaina, e una pistola Beretta 92 calibro 9X21 con la matricola abrasa. Tuttavia, l’arma trovata non è quella utilizzata nell’agguato a Garofalo. Nonostante l’arresto, l’identità dell’aggressore rimane ancora ignota.
Il passato di Walter Garofalo e la ricerca del movente
Garofalo è noto alle autorità per diversi precedenti legati al traffico internazionale di droga. Nel 2011, è stato coinvolto nel traffico internazionale di droga partito dalla Spagna, che gli ha portato all’arresto. Inoltre, ha legami con la malavita romana legata al traffico di droga, in particolare con i fratelli Fabrizio e Simone Capogna, ex narcotrafficanti e collaboratori di giustizia. Attualmente, le autorità stanno cercando di capire le motivazioni che hanno portato all’agguato a Garofalo, cercando di risalire al movente tra debiti e contenziosi legati alla droga.