Il 25 maggio 1975, Alberto Brasili, un giovane di 19 anni, venne brutalmente assassinato in un agguato politico. Questa tragedia, avvenuta durante gli anni di piombo, segna un periodo di tensione e violenza politica in Italia. Il caso di Alberto Brasili, un giovane studente lavoratore che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, è diventato un simbolo del costo umano di questi anni di conflitto. Questo articolo esplora le circostanze che hanno portato all’omicidio di Brasili e il suo impatto sulla società italiana.
La vita e l’attivismo di Alberto Brasili
Alberto Brasili nacque in una famiglia economicamente svantaggiata e, dall’età di 14 anni, divise il suo tempo tra lavoro e studio. Durante il giorno, lavorava in un negozio di antifurti elettrici a Milano, mentre di sera frequentava la scuola. Nonostante le difficoltà del periodo, Brasili non rimase indifferente ai movimenti politici dell’epoca. Partecipò attivamente alle lotte portate avanti dai gruppi di sinistra, partecipando all’occupazione del suo istituto. Queste azioni non passarono inosservate e Brasili fu fermato e identificato dalla polizia.
La notte dell’omicidio
La notte del 25 maggio 1975, Brasili stava passeggiando con la fidanzata Lucia Corna nel centro di Milano. In una mossa che avrebbe segnato il suo destino, Brasili rimosse un adesivo elettorale del Movimento Sociale Italiano da un palo della luce. Questo gesto provocò l’ira di un gruppo di militanti di estrema destra, che lo presero di mira credendo che fosse un comunista. Quando Brasili e la sua fidanzata si resero conto di essere seguiti, era già troppo tardi. L’agguato scattò e Brasili fu accoltellato a morte, mentre Lucia riuscì a sopravvivere all’attacco.
Le conseguenze e l’eredità dell’omicidio
La morte di Brasili scosse l’Italia e generò molta confusione. Inizialmente, si diffuse la notizia che l’omicidio fosse stato commesso da militanti di estrema destra, che avrebbero scambiato Brasili per un avversario politico. Tuttavia, le indagini portarono alla condanna di cinque militanti di estrema destra. L’omicidio di Brasili è stato successivamente immortalato nel film “San Babila ore 20: un delitto inutile“, diretto da Carlo Lizzani, che ha usato la tragica storia di Brasili come punto di partenza per esplorare la violenza e la tensione politica di quel periodo.