Via di Donna Olimpia 30, nel quartiere Gianicolense di Roma, è al centro di una questione spinosa che coinvolge 1.800 persone. Il complesso edilizio, che include 290 appartamenti di proprietà di Ater, è caratterizzato da molteplici problematiche, tra cui infiltrazioni murarie, mancanza di riscaldamento e degrado. La situazione ha portato la Commissione Patrimonio e Politiche abitative del Campidoglio a convocare una riunione per discutere un piano di interventi mirati a migliorare le condizioni di vita nella zona.
A Via di Donna Olimpia 30, si contano circa 600 alloggi e 1.800 persone. Di questi, 290 appartengono ad Ater, con metà di essi soggetti a richieste di regolarizzazione. Per il resto degli alloggi, si registrano occupazioni abusive, con circa settanta appartamenti occupati da persone prive di titolo.
L’illegalità diffusa minaccia la sicurezza degli abitanti, con segnalazioni di un presunto sistema di racket sulle occupazioni gestito da alcune famiglie, nonché la presenza di spacciatori che avrebbero stabilito basi per il traffico di stupefacenti in alcuni alloggi.
Di fronte a questa complessa situazione, la Commissione Patrimonio e Politiche abitative di Roma Capitale ha deciso di avviare un piano operativo, iniziando con un censimento preciso degli abitanti. L’obiettivo è identificare le persone in condizioni di fragilità e individuare i soggetti più a rischio, per offrire loro soluzioni abitative alternative. Riguardo agli occupanti abusivi, si prospetta lo sgombero, ma i tempi per tale operazione restano incerti.
La situazione a Via di Donna Olimpia 30 richiede un intervento immediato, considerando che nel 2016 le lesioni alla struttura dell’immobile erano così gravi da mettere a rischio l’evacuazione. Inoltre, la zona, nonostante la sua vicinanza al Vaticano e a Villa Doria Pamphilj, ha visto un declino del valore immobiliare, equiparabile a quello delle zone periferiche, nonostante la sua posizione centrale a Roma.
La situazione a Via di Donna Olimpia 30 richiede un intervento immediato, considerando che nel 2016 le lesioni alla struttura dell’immobile erano così gravi da mettere a rischio l’evacuazione. Inoltre, la zona, nonostante la sua vicinanza al Vaticano e a Villa Doria Pamphilj, ha visto un declino del valore immobiliare, equiparabile a quello delle zone periferiche, nonostante la sua posizione centrale a Roma.