Una sentenza che potrebbe fare storia nelle controversie legate alla ZTL, vecchia e nuova, di Roma. In queste ore è stata assolta dal giudice la donna che aveva coperto la targa della propria automobile, così da poter entrare senza conseguenze nella “Zona a Traffico Limitato” del Centro Storico capitolino. Il giudice ha reputato che l’episodio, analizzato, non costituisse un reato penale.
La particolare vicenda risale al 2017, quando la donna decise di coprire con il nastro adesivo parte della sua targa per accedere in un varco della ZTL nel Centro Storico di Roma. L’episodio non passò inosservato alle forze dell’ordine, che fermarono la donna ed evidenziarono la grave irregolarità. Pure se la donna tolse il nastro dalla sua targa davanti agli occhi degli agenti, i militari decisero di citare la donna e il suo episodio al Tribunale.
Per la vicenda, il Pubblico Ministero aveva chiesto 4 mesi di carcere per l’automobilista “furbacchione”. Una pena ribaltata dalla sentenza del giudice, emessa successivamente a una testimonianza importante sulla vicenda: quella del padre della donna. L’uomo si sarebbe preso la responsabilità di quel nastro davanti alla targa, ammettendo in aula di Tribunale come “avesse consigliato alla figlia” di muoversi in quella maniera per non essere multata.
Il giudice ha interpretato la vicenda in maniera totalmente opposta al PM che aveva studiato il caso, giudicando come la donna dovesse essere assolta e che una simile pena probabilmente era eccessivamente severa. Nel merito, il giudice avrebbe espresso come “coprire parzialmente la targa dell’automobile non costituisce necessariamente un reato”. Una sentenza che fa giurisprudenza, considerato come da ora potrebbero palesarsi nuovi ricorsi sulla ZTL di Roma da parte degli automobilisti romani multati.