l’uso di stufe a pellet alimentate con scarti di legno è sempre più diffuso come alternativa ecologica per il riscaldamento domestico. Tuttavia, si sta aprendo la strada a una nuova frontiera, con l’introduzione di stufe alimentate non più con scarti di legno, ma con il bambù.
Il bambù offre numerosi vantaggi sia per i consumatori che per l’ambiente. Ha un notevole potere calorifero, produce poca cenere e soprattutto è ecosostenibile. Secondo gli esperti, ha "un residuo di cenere molto basso, che si aggira intorno allo 0,3 – 0,5%, a differenza degli altri pellet." Inoltre, ha una densità compresa tra 600 e 800 kg/m3 e un potere calorifico di circa 4.800 – 5.200 Kcal/kg, con una resa calorica poco più bassa degli altri, ma comunque efficiente e sostenibile.
Questa nuova soluzione non è altro che una variante all’originale stufa a pellet, che utilizza trucioli di bambù anziché di legno. È già ampiamente diffusa in America, in Asia e in alcune realtà europee.
Gli esperti sottolineano che la coltivazione del bambù non richiede l’uso di pesticidi o altre sostanze chimiche. Si tratta di una pianta che cresce senza "aiuto" e non rilascia sostanze dannose per l’ambiente e le persone una volta bruciata.
La pianta di bambù cresce rapidamente, consentendo di rimpiazzare le coltivazioni recise per alimentare le stufe in tempi brevi. Nonostante richieda coltivazioni estese di terreno e un’abbondante irrigazione, la sua crescita veloce lo rende un’opzione sostenibile per il riscaldamento.
La possibilità di utilizzare il bambù come combustibile per le stufe a pellet apre nuove prospettive nel settore del riscaldamento domestico, offrendo un’alternativa ecologica e sostenibile che potrebbe contribuire a ridurre l’impatto ambientale legato al riscaldamento delle abitazioni.