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Tachipirina: tutto quello che bisogna sapere e che non sempre in farmacia ti dicono

Ragazzo con febbre alta (Fonte DepositPhotos) – CronacaLive ediz. Roma

La Tachipirina è un farmaco comunemente utilizzato per combattere la febbre, i dolori influenzali e le infiammazioni.

Quando abbiamo la febbre, generalmente ricorriamo all’assunzione della Tachipirina che ci aiuta a ridurre la temperatura e ad alleviare il dolore. Agisce come antipiretico e analgesico grazie alla presenza del paracetamolo come principio attivo. Si tratta di un farmaco talmente popolare che, se dovessimo stilare una classifica, guadagnerebbe sicuramente il podio essendo uno dei più venduti sia nelle farmacie fisiche che online.

In pochi, tuttavia, sanno come funziona. Anzitutto la Tachipirina viene usata in presenza di febbre, cioè quando la temperatura corporea raggiunge valori più alti di quelli compresi tra 36,5 °C e 37,5 °C. Tale situazione, di solito, si realizza con un’infezione in corso. I batteri e i virus, infatti, tendono a prosperare ad una temperatura normale mentre non riescono a moltiplicarsi con livelli più elevati. L’organismo, dunque, aumenta il calore per implementare l’efficienza delle cellule immunitarie incaricate di combattere l’infezione. La febbre permette una risposta immunitaria più veloce dal momento che velocizza le reazioni chimiche all’interno del corpo umano.

La Tachipirina, inoltre, consente di alleviare i sintomi associati alla febbre noti come “dolori influenzali”. Questi possono manifestarsi sotto forma di mal di testa, dolori muscolari e dolori articolari. Derivano da processi fisiologici che si verificano durante la lotta dell’organismo contro un’infezione. Includono il rilascio di cotechine, l’aumento della temperatura corporea e la fatica muscolare.

Nel primo caso, le cotechine possono causare infiammazione e dolore ma sono proteine fondamentali per combattere la malattia. L’aumento della temperatura, invece, può portare a disidratazione e squilibri elettrolitici provocando mal di testa e dolori muscolari. Il corpo, per condurre la sua lotta, ha bisogno di energia ecco perché si avverte frequentemente una sensazione di stanchezza o debolezza muscolare. Inoltre alcune infezioni, come quelle virali con influenza e raffreddore, possono generare infiammazioni e dolore a livello dei muscoli e delle articolazioni.

Ad ogni modo, sebbene la febbre sia una risposta naturale dell’organismo, bisogna ricordare il pericolo in agguato se si raggiungono temperature corporee troppo elevate. In questi casi sarà necessario intervenire usando ogni rimedio a disposizione per abbassare il valore segnato dal termometro.

Il modus operandi della Tachipirina

La Tachipirina si serve del suo principio attivo, il paracetamolo, per combattere contro la febbre e i vari dolori annessi. La sua molecola opera sul sistema nervoso centrale, precisamente nel cervello e nel midollo spinale, inibendo l’attività degli enzimi chiamati ciclossigenasi (COX). In particolare, la sua azione si concentra sulla COX-3 nel cervello. L’inibizione di tali enzimi serve a ridurre la produzione di prostaglandine, cioè di quelle sostanze coinvolte nella sensazione del dolore e nella regolazione della temperatura corporea.

Dunque il paracetamolo interviene nell’ipotalamo, la parte del cervello responsabile della regolazione della temperatura corporea, impedendo la formazione di prostaglandine e riducendo la febbre. La dilatazione dei vasi sanguigni periferici, infatti, porta ad un aumento della sudorazione e al conseguente raffreddamento del corpo. In relazione all’effetto analgesico invece, la Tachipirina  interferisce con gli stimoli del dolore che giungono al cervello. Il suo effetto si realizza su alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, che modulano la percezione del dolore.

Tuttavia è importante notare che il farmaco, sebbene combatta febbre e dolore, non è efficace contro l’infiammazione. Il suo meccanismo è simile a quello dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché entrambi agiscono inibendo la produzione di prostaglandine, eppure la Tachipirina non è considerata un antinfiammatorio. La spiegazione risiede nel modo e nel luogo di azione del suo principio attivo. Se i FANS lavorano principalmente nei tessuti periferici inibendo gli enzimi ciclossigenasi COX-1 e COX-2, il paracetamolo agisce invece sugli enzimi COX-3 nel cervello e nel sistema nervoso centrale.

Dunque la Tachipirina, concentrandosi a livello centrale, riesce a ridurre febbre e dolore ma non l’infiammazione che, al contrario, richiede un lavoro periferico. Proprio per questo effetto d’azione più mirato, il farmaco presenta meno effetti collaterali rispetto ai FANS. Ciò significa che è preferibile nei casi in cui si voglia solamente abbassare la febbre o alleviare i dolori influenzali, senza dover trattare specificatamente un’infiammazione.

Guida alle versioni in commercio

Farmacista mentre vende una confezione di Tachipirina (Fonte Ansa Foto) – CronacaLive ediz. Roma

Una volta spiegato il modus operandi della Tachipirina, occorre ricordare che esistono diverse versioni in commercio. La più usata è quella contenente 500 gr di paracetamolo che è venduta in bustine, compresse e supposte. Tale versione, generalmente, è impiegata per il trattamento della febbre e dei dolori influenzali in adulti e bambini dagli 8 anni di età. Per la posologia è bene seguire le indicazioni del foglietto illustrativo dove è specificato il giusto dosaggio in base al peso e all’età.

A tal proposito, per combattere la febbre, è importante notare come la Tachipirina 1000 mg non sia più efficace di quella 500 mg. Ha solo una maggiore azione antidolorifica ma non serve ad abbassare prima la temperatura corporea. Infatti la Tachipirina 100, che deve essere prescritta da un medico, viene impiegata per forti dolori come quelli derivanti da un intervento chirurgico. Dunque, in caso di febbre, bisogna evitare di superare i 500 mg per non incorrere in un rischio più elevato di effetti collaterali. Basti pensare ai rischi che la Tachipirina 1000 potrebbe provocare alle persone che soffrono di pressione bassa, in quanto il farmaco stesso tende ad abbassare di molto la pressione.

Tra le altre varianti della Tachipirina figurano:

  • Tachipirina Sciroppo (120 mg/5 ml): adatta per bambini a partire dai primi mesi di vita;
  • Tachipirina Sospensione Orale (120 mg/5 ml): simile allo sciroppo, indicata per bambini dai primi mesi di vita;
  • Tachipirina Gocce (100 mg/ml): adatta per neonati e bambini piccoli;
  • Tachipirina Supposte 62,5 mg (Neonati): indicata per neonati a partire dai primi mesi di vita;
  • Tachipirina Supposte 125 mg (Prima Infanzia): indicata per bambini in età prescolare da 1 a 6 anni;
  • Tachipirina Supposte 250 mg (Bambini): ideali per bambini in età scolare, da 6 a 12 anni;
  • Tachipirina Orosolubile 250 mg: adatta per bambini dai 4 agli 8 anni, questa forma è pratica per le persone che hanno difficoltà a deglutire compresse o ad assumere lo sciroppo;
  • Tachipirina Flashtab: disponibile in composizione da 125 mg, 250 mg e 500 mg di paracetamolo. Rispetto alle altre versioni presenta una formulazione in compressa orodispersibile che risulta più pratica da assumere.

Qualunque sia la versione di Tachipirina scelta, prima di somministrarla ai bambini, è sempre opportuno consultare un professionista sanitario. Sarà quest’ultimo a scegliere la versione più appropriata indicandone la corretta posologia.