La Corte di Cassazione respinge il ricorso dell’imputato, confermando la condanna per il brutale omicidio di Pamela Mastropietro, avvenuto quasi sei anni fa.
La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Innocent Oseghale, il nigeriano condannato per l’omicidio e lo smembramento di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa nel 2018 a Corridonia (Macerata). La decisione segue il processo bis, incentrato esclusivamente sulla violenza sessuale come aggravante, con la corte che ha respinto il ricorso dell’imputato, rendendo così definitiva la sentenza di condanna.
L’omicidio di Pamela Mastropietro è avvenuto nel gennaio del 2018. La giovane romana si allontana da una comunità terapeutica a Corridonia, in provincia di Macerata, dove era ospite a causa di una diagnosi borderline e di una dipendenza dalla droga. Dopo due giorni di assenza, il 31 gennaio, vengono scoperti dei resti umani chiusi in due trolley lungo una strada industriale a Pollenza. I resti appartenevano a Pamela Mastropietro.
L’indagine rivela il percorso della giovane dopo la fuga dalla comunità, culminata nell’incontro con Oseghale presso i Giardini Diaz. Le indagini si concentrano su di lui, mentre altre persone inizialmente coinvolte vengono escluse, portando alla richiesta di archiviazione per loro. Il delitto di Pamela Mastropietro scuote l’opinione pubblica, sollevando dibattiti sulla droga e sull’immigrazione. Pochi giorni dopo il ritrovamento dei resti, Luca Traini compie un raid razzista il 3 febbraio 2018, ferendo sei migranti. Traini afferma di aver agito per vendicare la ragazza uccisa, colpendo coloro che sono coinvolti nello spaccio di droga. La tragica vicenda continua a suscitare polemiche, mentre Pamela Mastropietro sarà commemorata il 30 gennaio con una fiaccolata e una messa a Roma.