Le carceri italiane sono ancora ben lontane dall’essere un istituto di riabilitizzazione sociale. Ecco perché.
Con un sovraffollamento del 127,5%, le carceri italiane hanno bisogno di provvedimenti urgenti.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, lancia l’allarma riguardo ai decessi in carcere registrati: i numeri non mentono, già 18 morti nei primi 14 giorni del nuovo anno 2024. Questo preoccupante aumento dei decessi all’interno delle carceri è accompagnato da un altro dato, causa totalizzante delle morti: il tasso di sovraffollamento è troppo alto e indica una situazione critica del sistema carcerario del paese.
Nella fattispecie, un sovraffollamento del genere può solamente star ad indicare che chi una volta finisce in carcere, nella maggiorparte dei casi, ci ritornerà in futuro. Il comunicato del Garante ha specificato che 4 persone si sono suicidate nei primi 9 giorni dell’anno mentre altre 14 sono state catalogate come “morti per cause naturali”. Questi dati sembrano preoccupare molto le istituzioni e i familiari dei detenuti che da anni, lamentano un continuo stato di degrado all’interno degli istituti.
Non solo, questi dati preoccupanti parrebbero preannunciare un andamento simile a quello dell’anno precedente, il 2022.
Il 2022, due anni dopo la pandemia, fu un anno terribile per i detenuti nelle carceri italiane: in quell’anno infatti si sono registrati ben 85 suicidi, di cui 8 solo nel mese di gennaio.
La causa? Una percentuale di sovrappopolamento troppo alta.
Il problema delle celle affollate è persistente da oltre un anno con un aumento significativo della popolazione detenuta. Alla fine del 2022, la popolazione carceraria era cresciuta di circa 2000 unità rispetto al dicembre del 2021. Tuttavia, al 30 dicembre 2023, l’aumento è stato esattamente il doppio, con circa 4000 persone detenute in più, mentre negli ultimi tre mesi, l’aumento è stato di ben 1196 presenze, circa 400 mensili. Questo ci porta all’attuale indice di sovraffollamento delle carceri italiane che dal 14 gennaio 2024, è stato del 127,54% con ben 60.328 persone detenute: un numero che scavalca di molto i 47.300 posti disponibili e che mettono in crisi le strutture carcerarie più vecchie e meno propense ad avere una popolazione così alta al suo interno.
Carceri come la Casa circondariale di San Vittore a Milano per esempio, ha presentato come dati allarmanti un tasso di sovraffollamento superiore al 200%.
Il Garante con il suo comunicato ha sottolineato l’urgenza di adottare provvedimenti immediati per affrontare la situazione, raccomandando la deflazione della popolazione detenuta e la revisione delle modalità di esecuzione penale per le persone condannate a pene brevi.
Misure volte a preservare la dignità delle persone detenute e a perseguire ovviamente obiettivi di risocializzazione con l’obbiettivo di prevenire e non curare.