Influenza e Covid possibile aumento dei contagi, atteso il picco di bronchiolite | I pediatri avvertono: “restate a casa”
La riapertura delle scuole dopo le festività potrebbe causare un aumento dei casi di influenza, Covid e virus respiratorio sinciziale.
C’è molta preoccupazione per la riapertura delle scuole dopo le festività natalizie. Il timore è che il ritorno dei bambini nelle aule possa portare ad un aumento delle infezioni respiratorie: in primis l’influenza e, a seguire, il Covid-19 ed il virus respiratorio sinciziale. Per tale motivo, la Società Italiana di Pediatria ha raccomandato di tenere a casa coloro che manifestano sintomi influenzali.
“Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività”, ha dichiarato all’Ansa Rino Agostiniani in qualità di consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria nel sottolineare, altresì, che ci troviamo “nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”.
A tal proposito si è fatto avanti Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, che ha fatto sapere di aver scritto al ministro della Salute “con l’obiettivo di accendere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite“. Mazzella, infatti, ha ricordato il caso di una neonata di tre mesi morta, proprio a fine anno, a causa di questo virus. “La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema”, ha aggiunto spiegando che “questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”.
Inoltre, durante le ultime due settimane dell’anno, si è registrato un aumento significativo dei casi di influenza e di sindromi simil-influenzali. In Italia, circa due milioni di persone si sono ammalate con numeri piuttosto elevati tra i bambini più piccoli che, come ha spiegato Agostiniani, “nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”. Una situazione che potrebbe rivalersi critica.
La situazione Covid-19
Sul fronte del Covid-19, l’ultima rilevazione del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato un lieve rallentamento. Nel resto del mondo, tuttavia, i contagi sono aumentati del 52% rispetto al mese precedente. Lo ha rivelato l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha segnalato 850mila casi di Covid solo nelle ultime 4 settimane. Numeri che, nella realtà, potrebbero essere molto più alti.
“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha spiegato Christian Lindmeier dell’Oms.
Uno scenario in via di peggioramento che si intuisce già dal numero dei ricoveri reso noto da quei Paesi, ormai meno di 60, che ancora forniscono i propri dati all’Oms. Nel periodo compreso tra il 13 novembre e il 10 dicembre, sono stati registrati oltre 118 mila ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva. L’aumento, dunque, è stato rispettivamente del 23% e del 51%.
Un peggioramento forse dovuto alla nuova N.1 del virus Sars-CoV-2 che, secondo le stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), è prevalente al 61,6% nelle ultime settimane. Questa variante, che ormai domina in Italia, è stata isolata negli Stati Uniti a settembre come derivazione della BA.2.86 (Pirola). I Cdc riferiscono che “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1” ma è possibile che “possa determinare un aumento delle infezioni”.