Allerta Antiterrorismo: incremento di militari e controlli per la sicurezza nelle grandi città
Il Ministro dell’Interno illustra le misure preventive contro possibili attacchi terroristici, dalle stazioni agli ospedali.
Quello che stiamo vivendo è un momento di grande instabilità a livello globale, caratterizzato da tensioni internazionali e da un aumento del rischio di attacchi terroristici. Dalla guerra in Ucraina al genocidio Palestinese, passando per le tensioni che stanno attraversando tutto il mondo medio orientale, questa situazione di tensione ha alimentato il rischio di radicalizzazione, rendendo più probabile che individui o gruppi armati possano compiere attacchi terroristici in Europa e in altri paesi occidentali.
In un contesto internazionale segnato dunque da crescenti tensioni, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha rilasciato un’intervista al Messaggero in cui ha sottolineato l’attenzione del governo italiano al rischio di attacchi terroristici e al rafforzamento delle misure di prevenzione antiterrorismo, aumentando la presenza delle forze di polizia nelle grandi città e a difesa degli obiettivi sensibili.
La prevenzione antiterrorismo
Riguardo l’allarme terrorismo e le misure da mettere in atto per prevenire possibili attacchi di lupi solitari, Piantedosi ha sottolineato che “fin da subito abbiamo innalzato al massimo livello le attività di prevenzione antiterrorismo. Abbiamo rafforzato il presidio a difesa degli obiettivi sensibili. Abbiamo intensificato il monitoraggio degli ambienti potenzialmente più problematici sul fronte dell’estremismo e i dati riguardanti le persone individuate ed espulse, ne sono la dimostrazione. Esiste il pericolo di radicalizzazione e le operazioni recentemente condotte in Europa – Germania e Spagna in primis – sono la testimonianza dell’attuale livello di minaccia.
In Italia sono state intensificate su questo fronte le attività di indagine come testimoniano le operazioni portate a termine negli ultimi mesi a Milano, Genova, Brescia e in ultimo a Padova. Lo scambio di informazioni tra organismi di polizia in ambito internazionale è costante. Certamente il rischio che agiscano dei lupi solitari non va mai sottovalutato, come dimostrato dai gravi episodi accaduti recentemente in Europa. Non vi sono, comunque, allarmi specifici. Ma l’attenzione deve rimanere alta”.
La tutela di stazioni e ospedali contro attacchi terroristici
Riguardo alla sicurezza nelle stazioni delle grandi città, Piantedosi ha evidenziato che “da un anno operiamo con dispositivi di particolare intensità nelle stazioni delle principali città italiane. A Roma e Milano abbiamo fatto 188 operazioni interforze ad alto impatto, con l’impiego di oltre 22mila unità delle Forze di polizia. Abbiamo controllato oltre 231mila persone, di cui oltre 100mila stranieri, 488 quelle arrestate e 2.447 quelle denunciate, 747 gli stranieri espulsi. Nella legge di Bilancio abbiamo previsto di rafforzare la presenza dei militari nelle stazioni finanziando un’aliquota di personale dedicato di 800 ulteriori unità, di cui beneficeranno in gran parte ovviamente le stazioni di Roma e Milano. È anche questa la chiara testimonianza dell’impegno del governo a presidiare sempre più i luoghi di maggiore aggregazione di persone anche per rafforzare la percezione di sicurezza.
Per proseguire lungo la linea tracciata, a breve incontrerò i sindaci delle tre maggiori aree metropolitane per estendere le operazioni straordinarie di controllo del territorio anche alle aree limitrofe alle stazioni. I risultati stanno arrivando in termini di riduzione dei reati specifici in tali contesti. Ma va sottolineato che anche quando le attività di prevenzione non sono riuscite a impedire la commissione di reati, la presenza rafforzata delle forze di polizia ha reso comunque possibile assicurare tempestivamente alla giustizia i responsabili di fatti gravi”.
Infine, per quanto riguarda la sicurezza negli ospedali, Piantedosi ha annunciato un aumento del 50% dei presidi di polizia nell’arco di un anno, passando “da 126 a 189, istituendo o riaprendo presidi nelle più grandi strutture sanitarie. Abbiamo contestualmente incrementato del 34% il numero degli operatori impiegati ed esteso i turni di operatività”.