Nel 2024 è previsto il lancio di ‘It Wallet’, un portafoglio digitale che andrà a sostituire lo SPID e la CIE-Carta di identità Elettronica.
A partire della metà del 2024, salvo eventuali rinvii, sarà introdotto un portafoglio digitale pensato per contenere tutti i dati personali: non solo la patente di guida e la tessera sanitaria ma anche la carta europea della disabilità, la tessera elettorale, lo Spid, la Cie e così via. Il suo nome sarà ‘It Wallet’ e sarà un’estensione dell’App Io.
Questo strumento permetterà di gestire e visualizzare ogni tipo di documento portando, per chi lo vorrà, alla progressiva sostituzione dello Spid e della CIE-Carta di identità elettronica. Come già menzionato, sarà parte integrante dell’App Io che già richiede lo Spid o un altro sistema di identità digitale per l’accesso. L’obiettivo è quello di rendere più semplice la comunicazione con la pubblica amministrazione.
“Il vantaggio di questi strumenti digitali – ha precisato Damiano Cesa Bianchi, commercialista dello studio Cesa Bianchi & Piccioli di Firenze, a ‘La Nazione’ – è la velocità con cui è possibile presentare domande alla pubblica amministrazione o consultare dati, come quelli relativi alle ‘rottamazioni’ delle cartelle o i cassetti fiscali e così via. Attraverso lo Spid, per esempio, si possono utilizzare tutti i servizi dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps“. Ci sono, tuttavia, pratiche “che ancora vanno presentate a mano e uffici pubblici che chiedono i certificati per dati che invece sono autocertificabili per legge”.
Inoltre, come rovescio della medaglia, va considerato il fatto che molti cittadini potrebbero non avere familiarità con gli strumenti digitali. “Bisogna fare attenzione a non tagliare fuori una parte di cittadini, non necessariamente anziani, che non hanno dimestichezza con la tecnologia“, ha sottolineato Damiano Cesa Bianchi spiegando come sia importante far funzionare “anche i canali tradizionali, a partire dagli sportelli ‘fisici’ dove poter recarsi per avere informazioni o avviare delle pratiche”.
La posta elettronica certificata, comunemente chiamata Pec, è da tempo obbligatoria per le aziende. Dallo scorso ottobre, anche i privati possono indicarla come domicilio digitale attraverso il sito di riferimento domiciliodigitale.gov.it, pur non essendo vincolati ad alcuna sottoscrizione. Questo strumento consente ai cittadini di ricevere tutte le comunicazioni della pubblica amministrazione direttamente sulla propria casella di posta Pec, conferendo loro valore legale.
“In questo modo – ha precisato il commercialista Damiano Cesa Bianchi – si riducono tempi e costi (una raccomandata costa 7 euro, con la stessa cifra si paga l’abbonamento annuale per avere la Pec), ma attenzione: la casella di posta elettronica certificata va consultata spesso. La data di notifica parte infatti dal giorno in cui la pec arriva al destinatario. Ci sono atti che possono essere impugnati entro 60 giorni. Le multe, invece, si pagano scontate se vengono saldate entro cinque giorni. Se si controlla la pec due volte all’anno, per fare un esempio, si perde la possibilità di fare ricorsi o si pagano sanzioni a cifre intere o, se si attende oltre, possono anche raddoppiare”.
Inoltre, bisogna ricordarsi di comunicare eventuali cambi di indirizzo Pec. Imprese e professionisti, infatti, devono comunicare la variazione rispettivamente al registro delle imprese o agli ordini professionali di riferimento. Infine, tra gli strumenti digitali a disposizione del cittadino, c’è l’Anpr ossia l’Anagrafe nazionale. Qui è possibile visionare i propri dati anagrafici, richiedere certificati o cambi di residenza accedendo tramite CIE, CNS o Spid. Quest’ultimo può essere richiesto tramite uno dei 12 gestori di identità accreditati dall’Agenzia per l’Italia digitale, detti identity provider. Per info basta consultare www.spid.gov.it/cos-e-spid/come-attivare-spid.