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Incendio Malagrotta: allarme diossina, rischio cancerogeno per la salute

L’incendio nella discarica di Malagrotta – Roma.Cronacalive.it

La Società Italiana di Medicina Ambientale lancia l’allarme e consiglia cosa fare e cosa evitare in attesa di analisi e dati certi.

L’incendio che si è sviluppato presso la discarica di Malagrotta potrebbe innescare un pericolo significativo per la salute umana, avverte la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). La preoccupazione principale riguarda la possibile diffusione di diossina nell’aria: “una eventuale diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio presso la discarica di Malagrotta determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano”. In attesa di analisi e dati certi, la Sima consiglia quindi di evitare di consumare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti la discarica di Malagrotta e carni di animali allevati nelle stesse aree.

Come spiega il presidente Sima, Alessandro Miani, “la diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla IARC come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino. Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l’esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l’uomo si ciba. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l’inquinante tossico”.

“La via aerea di esposizione è invece limitata alla zona dell’incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera – spiega ancora Miani – Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti e furani possono liberarsi da un rogo di rifiuti e su questo le autorità dovranno monitorare aria, suolo e acque per comprendere quali e quanti inquinanti hanno interessato l’incendio“.