Roma, Casamonica: la Cassazione conferma il 416bis, associazione mafiosa
Per la Cassazione è associazione mafiosa: la sentenza del 24 novembre infligge il 416bis a quattro esponenti del clan Casamonica
Come la mafia: il clan Casamonica agisce come le famiglie dell’onorata società della migliore tradizione e la Corte di Cassazione conferma le condanne al 416 bis per Guerrino “Pelè” Casamonica, condannato in appello a 10 anni e 2 mesi, Cristian Casamonica, 8 anni, Sonia Casamonica, 7 anni e Daniele Pace a 6 anni.
Nell’emettere il giudizio, la Suprema Corte rigetta due ricorsi presentati dagli imputati e ne dichiara inammissibili altri due; rinvia in appello per un giudizio-bis la posizione di Griselda Filipi, cui pure era stata riconosciuta, in secondo grado, la condanna al 416bis.
L’inchiesta del 2020, coordinata dal pm Edoardo De Santis, aveva prodotto una ventina di arresti tra le fila del clan Casamonica per usura ed estorsioni. “Devono far entrare organizzazioni forti a Roma, ecco perché ci vogliono distruggere a noi – si diceva in un’intercettazione telefonica – La camorra e la ‘ndrangheta. Gli dà fastidio perché noi proteggiamo Roma“.
A gennaio in Cassazione si apre il terzo grado di giudizio per gli imputati dell’operazione Gramigna
La sentenza della Cassazione, del 24 novembre scorso, arriva a poche settimane dall’udienza prevista per i primi di gennaio prossimo del maxiprocesso nato dall’operazione “Gramigna“: nel processo di secondo grado, la corte confermò l’accusa di mafia.