Provvedimenti eseguiti in Calabria, Campania e Lazio, i due imprenditori sono rinviati a giudizio per associazione mafiosa.
La Guardia di Finanza e lo Scico hanno sequestrato beni per 40 milioni di euro a due imprenditori, padre e figlio, indiziati di essere collusi alla cosca Piromalli-Molé di Gioia Tauro. Il provvedimento, che ha riguardato le regioni di Calabria, Campania e Lazio, è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
I destinatari del sequestro sono Gianfranco e Vincenzo Ruggiero, rispettivamente di 62 e 88 anni. Secondo gli inquirenti, i due imprenditori avrebbero instaurato una relazione di alto livello con il clan Piromalli-Molé, duratura nel tempo e profondamente radicata.
La figura criminale dei due, entrambi rinviati a giudizio per associazione mafiosa, è emersa nell’ambito dell’operazione “Andrea Doria“, che ha smascherato un intricato sistema di frode fiscale nel settore del commercio di prodotti petroliferi. La frode era basata su triangolazioni societarie fittizie, finalizzate all’evasione dell’IVA e delle accise, oltre all’utilizzo di false dichiarazioni di intento, istituto che ordinariamente consente di acquistare in regime di non imponibilità.
L’associazione avrebbe gestito l’intera catena di distribuzione del prodotto petrolifero, dalla fase del deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, attraverso una serie di operatori economici interposti. L’obiettivo era evadere le imposte in modo fraudolento, utilizzando dichiarazioni di intento fraudolente per acquistare il prodotto petrolifero senza applicare l’IVA.