News

Alla scoperta di Roma Antica: 10 curiosità dal Vin Brulè al Giro delle Sette Chiese e al 17 ‘sfortunato’

Rappresentazione al Pantheon (Pagina Facebook Gruppo Storico Romano) – CronacaLive ediz. Roma

Perché il 17 porta sfortuna? Cos’è la Depositio barbae? Preparati a un viaggio nel tempo alla scoperta di 10 curiosità sull’Antica Roma.

Con i suoi oltre 2000 anni di storia, Roma continua ad affascinare per i suoi racconti, le sue usanze e le sue tradizioni. Le tracce del suo glorioso passato si possono ritrovare nei monumenti, nei rioni, nei musei, negli eventi e nei tour dedicati alla scoperta di una città capace di attrarre visitatori da tutto il mondo.

Ricca di siti archeologici e d’interesse culturale, la Capitale non smette mai di sorprendere e intrigare. Quando sembra di conoscerla, in realtà si aprono nuovi misteri e dettagli che la rendono del tutto unica. Prepariamoci, allora, ad affrontare un viaggio nel tempo alla scoperta di 10 divertenti curiosità legate all’irresistibile periodo della Roma Antica.

Il rito della sposa in braccio allo sposo e la Depositio Barbae

Tradizione vuole che l’uomo prenda in braccio la novella sposa per varcare la soglia di casa come augurio di una vita lunga e felice. Tale usanza, che affonda le sue radici nell’Antica Roma, è legata alla superstizione. I Romani, infatti, pensavano che avanzare con il piede sinistro avrebbe scatenato l’ira degli dei o degli spiriti maligni. Quest’ultimi potevano addirittura attaccarsi sotto le scarpe della sposa.

Dunque, per evitare che la donna inciampasse o entrasse con il piede sbagliato, il marito la prendeva in braccio. Così facendo, la coppia si garantiva la benevolenza delle divinità del focolare e la casa coniugale rimaneva protetta.

Altra tradizione tipica dell’Antica Roma era la “Depositio barbae“, ovvero il taglio della prima barba che sanciva il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. Un vero e proprio rito di iniziazione che si svolgeva in modo solenne. Basti pensare che la prima barba, detta “lanugo”, veniva offerta agli dei e conservata in contenitori, più o meno preziosi a seconda della ricchezza della famiglia di appartenenza.

Il Natale di Roma e i Saturnali

Ogni romano che si rispetti sa che il 21 aprile si festeggia il Natale di Roma o ‘Dies Romana’. Si tratta di una ricorrenza legata alla fondazione della Città Eterna che, secondo la leggenda narrata da Varrone, è avvenuta il 21 aprile del  753 A.C. ad opera di Romolo.

Ancora oggi, a mezzogiorno, i raggi del sole attraversano verticalmente l’oculo della cupola del Pantheon illuminandolo completamente. Questo suggestivo gioco di luci si realizza solo una volta all’anno, proprio in occasione del Natale di Roma. Nei tempi antichi, gli imperatori credevano si trattasse della manifestazione di Apollo, dio del Sole. Non a caso, sceglievano questo giorno per celebrare le ricorrenze più solenni.

Tra le festività dell’Antica Roma c’erano anche i Saturnali dedicati al dio Saturno. Festeggiati nella seconda metà di dicembre, prevedevano lo scambio di doni – chiamati strenne- e il temporaneo rovesciamento dei ruoli sociali con gli schiavi che potevano comportarsi come uomini liberi. La festa, che aveva una connotazione non solo sociale ma principalmente religiosa, sarebbe stata in seguito sostituita dal Natale cristiano.

Il cambiamento climatico, le prime campagne di scavo e gli inquilini di Largo Argentina

Veduta di Roma – CronacaLive ediz. Roma

Gli antichi Romani contribuirono, seppur minimamente, al cambiamento climatico a causa delle deforestazioni e dell’inquinamento derivante dalle loro città. A dirlo una recente ricerca pubblicata su New Scientist. I livelli, tuttavia, non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli odierni.

Altra curiosità riguarda le prime campagne di scavo sull’Antica Roma che furono eseguite soltanto alla fine del 1800. Nei secoli precedenti, in particolare nel Rinascimento, erano state effettuate alcune indagini archeologiche ma non era  stato ancora adottato un approccio sistematico-scientifico.

Tra i primi scavi si ricordano l’area del Foro Romano (1898-1915) e del Palatino (dal 1907), seguiti dal complesso archeologico di Largo di Torre Argentina (1926-1928). Quest’ultimo sito è noto anche perché ospita la colonia felina più celebre d’Italia, gestita dai volontari.

Il Vin Brulè e il Giro delle Sette Chiese

Il Vin Brulé, bevanda tipicamente invernale, era già conosciuto dagli Antichi Romani che lo offrivano a fine pasto. Conosciuto con il nome di “Conditum paradoxum”, non aveva il tipico sapore di chiodi di garofano e cannella. Infatti, stando al “De Re Coquinaria” di Marco Gavio Apicio, il vino veniva mischiato con il miele che, a sua volta, era scaldato e aromatizzato con foglie di nardo, pepe, zafferano e datteri.

Dal passato deriva anche una delle espressioni più usate dai romani di oggi: “fare il Giro delle Sette Chiese”. Nell’epoca paleocristiana, indicava il percorso di 20 km eseguito dai pellegrini per visitare le  principali chiese di Roma. L’itinerario, rilanciato nel ‘500 da San Filippo Neri, comprendeva le quattro basiliche papali (San Pietro, San Giovanni, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura) e le chiese di Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo fuori le Mura e San Sebastiano fuori le Mura.

Perché il 17 porta sfortuna?

Il numero 17, per tradizione, è considerato un numero sfortunato e la ragione è da ricercare nell’Antica Roma. Secondo il Sistema di numerazione romano, il XVII anagrammato si legge VIXI ossia “vissi”, “ho vissuto”. Tale termine era solitamente riportato sulle tombe, da qui il significato nefasto dato al numero 17.