Il patrimonio, riconducibile all’uomo ma intestato a società fittizie, comprende immobili, autovetture, un’imbarcazione e quote di società.
I militari della Guardia di Finanza di Viterbo hanno portato a termine l’esecuzione di un provvedimento della Corte Suprema di Cassazione datata 11 ottobre 2023. Il provvedimento disponeva la confisca di beni, disponibilità finanziarie e quote societarie, per un valore complessivo superiore a 8 milioni di euro, ad un noto imprenditore viterbese specializzato nel commercio di autoveicoli d’importazione.
Il provvedimento, che costituisce una misura di prevenzione patrimoniale definitiva, ha reso definitivamente esecutivo il sequestro e la confisca di beni precedentemente disposti dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Viterbo, e confermato dalla Corte di Appello di Roma, ed è stato emesso in seguito al rigetto del ricorso presentato dall’imprenditore, ritenuto “soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso”.
Tra i beni sottoposti a confisca figurano numerosi immobili ed autovetture, un’imbarcazione dal valore di circa 400.000 euro e quote societarie di aziende attive in vari settori, tra cui il commercio di autoveicoli, il commercio di motocicli e attività immobiliari. Tutti questi beni sono riconducibili all’imprenditore ma, sotto il profilo prettamente giuridico, sono stati formalmente intestati a distinte società di capitali. I beni confiscati, già affidati a un amministratore giudiziario per garantire la normale continuazione delle attività commerciali e per mantenere valorizzate le attività patrimoniali interessate dalla misura ablatoria, vengono ora ufficialmente assegnati alla fase amministrativa di destinazione, con protagonista l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).