Secondo i periti, il giornalista Rai Gianluca Ciardelli era totalmente incapace di intendere e volere al momento dell’uccisione della moglie.
“Totale incapacità di intendere e di volere al momento del fatto”. Questo l’esito della perizia che i medici legali, Vittorio Fineschi e Rolando Paterniti, hanno eseguito nei confronti del giornalista e autore Rai Gianluca Ciardelli. L’uomo, 63 anni, è accusato di aver ucciso la moglie nel sonno. Lorella Tomei, infatti, fu colpita con un corpo contundente mentre dormiva.
I Carabinieri, al loro arrivo in via Emilio Draconzio in zona Balduina, trovarono Ciardelli sul letto a leggere un libro con accanto il cadavere della donna. Tali fatti risalgono al maggio 2021. Due anni prima, nel 2019, l’uomo era già stato fermato dalle Forze dell’Ordine per aver oltrepassato i varchi di piazza San Pietro gridando in sella al suo scooter. In quell’occasione, tra lo stupore e la paura dei presenti, la Polizia l’aveva fermato con qualche difficoltà.
Nella giornata di ieri, i periti hanno esposto le proprie conclusioni davanti ai giudici della Corte d’Assise in merito all’omicidio di Lorella Tomei. “Siamo in presenza di un soggetto affetto da una grave forma di disturbo bipolare maniacale, -hanno riferito in aula- con una lunga storica clinica, il suo è un disturbo dell’umore gravissimo. Il suo tentativo di occultamento degli oggetti utilizzati per colpire la signora furono grotteschi e maldestri”.
Al momento del delitto, Ciardelli era “privo di copertura farmacologica, anche al suo psichiatra aveva mentito affermando che stava continuando ad assumere i farmaci per la sua grave patologia”. Secondo gli esperti, “resta l’alta pericolosità sociale” dell’uomo che, anche in caso di assoluzione per infermità mentale, dovrà rimanere in una residenza destinata all’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Per inizio dicembre è attesa la sentenza.